Studi e Ricerche

Il 2020 è stato certamente un anno molto difficile per i consumi fuori casa. L’anno chiude infatti con un pesantissimo -37,25% a volume e -39,29% a valore nei canali horeca. Di seguito le principali highlight del settore fornite dalla società di consulenza Formind, specializzata nella rilevazione dei consumi sul canale horeca attraverso lo strumento MindForHoreca.

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Andamento nei diversi mesi dell'anno

1 quarter -32,07% a volume -31,49% a valore
2 quarter -61,11% a volume -65,02% a valore
3 quarter -33,93% a volume –35,18% a valore
4 quarter -51,62% a volume -55,30% a valore

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Andamento nei diversi canali

Questi andamenti si riflettono diversamente nei diversi canali, l’universo dei consumi serali (più penalizzati dalle chiusure)  perde oltre il 43% dei volumi mentre quello dei consumi diurni perde oltre il 37%. In questo scenario tengono meglio i bar -36%, peggio la ristorazione-40% e l’after dinner -47%. In senso più ampio:  locali notturni ed alberghi sono gli esercizi in maggiore difficoltà.

Andamento nei vari territori

Anche sul territorio lo scenario si è presentato molto variegato. Le grandi città d’arte, così come i luoghi turistici ad alta ponderata di frequentazione estera, lasciano sul piatto anche il 60% dei consumi nei momenti più caldi della stagione. Non va meglio nelle zone montane dove lo stop alla stagione sciistica nel periodo delle festività sta mettendo a rischio oltre il 40% dei consumi. Meglio i litorali “nostrani”, frequentati maggiormente dal turismo residente che in stagione hanno performato positivamente +6%. Per fortuna il consumatore italiano non ha fatto mancare il suo apporto in stagione.

Andamento per le varie categorie merceologiche delle bevande

  • La birra in fusti perde il 42% dei volumi; un po’ meglio la birra confezionata -38%.
  • Perdita del -44% anche per le bibite dispensing, meglio le bibite in bottiglia (-37%) che hanno potuto beneficiare di un trend favorevole dell’asporto e del delivery. Chiudono con -44% gli energy drink condizionati fortemente dall’andamento negativo dei consumi serali e della miscelazione. Va meglio il the freddo -34%, grazie ad una stagione estiva favorevole.
  • Non tengono i formati horeca dell’acqua minerale con perdite del 40%, con un mix completamente stravolto: nel PET tengono i grandi formati a discapito del formato da 0,5 litro, mentre fanno veramente fatica i formati in vetro.
  • Meglio le categorie come i succhi di frutta -37%, che hanno beneficiato di un consumatore che anche durante l’ultimo lockdown, ha dimostrato di non voler rinunciare completamente alla colazione sia pure da asporto.
  • Gli alcolici perdono il 46%. L’aperitivo diurno guadagna consumatori nell’ultimo periodo dell’anno e chiude con i monodose a -42% e con i formati da litro a -41%.
  • La categoria vino chiude a -41% penalizzata da una ristorazione serale “scomparsa” e da un ridimensionamento della pausa pranzo, per effetto dello smart working.

La propensione del consumatore

Molto articolato il comportamento del consumatore, che seppur con atteggiamenti diversi a seconda del periodo, mantiene elevata la sua propensione alla frequentazione del canale, mostrandosi molto preoccupato a maggio, ma in decisa ripresa a giugno, atterrando a settembre con una propensione positiva alla frequentazione non lontana dalla situazione ante-covid. Ciò evidentemente ci fa supporre che, quando sarà possibile, anche per il 2021 il consumatore residente non farà mancare il proprio apporto al canale, che resta il luogo unico in grado di coniugare esigenze di servizio a necessità edonistiche di consumo.

 

 

 

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