PARMA, 5 MAG - L'export del settore agroalimentare si conferma positivo (+5,8%) nel 2013, ma ''rallenta e apre piatto nel 2014. La dinamica di stagnazione dell'export complessivo del paese (-0,1%%) sembra aver contagiato l'alimentare, che ha variazioni dello 0,3% in apertura 2014''. Lo ha detto il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani all'Assemblea annuale in corso al Cibus. ''Le vendite sui mercati esteri non riescono più a tamponare l'emorragia dei consumi che segnano -4% del valore reale'' ha commentato.
Ma è sul fronte occupazionale che il settore alimentare paga alla crisi un prezzo significativo, ancor più simbolico per la sua storica anticiclicita'. Rispetto a 10 anni fa, ha sottolineato il presidente nella sua relazione, il numero delle imprese alimentari è calato del 17,9%, mentre quello degli addetti (oggi superiore alle 385mila unità) segna una riduzione del 13,6%. A chiudere sono state soprattutto le micro-imprese fino a 9 addetti, oggi 48mila rispetto alle 60mila del 2001.
Tiene, invece, la fascia propriamente "industriale" delle imprese alimentari, quella superiore ai 9 addetti, con oltre 6.800 imprese (erano circa 6.900 10 anni fa). Nonostante tutto, quindi, la spina dorsale del comparto è sostanzialmente integra rispetto ad altre realtà del manifatturiero. E per questo a buon diritto l'alimentare può candidarsi a motore della crescita del Paese'' ha concluso Ferrua Magliani.
Ansa 05.05.2014
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