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Verona, 7 aprile 2014. «L’agricoltura si sta evolvendo, incorporando altre componenti, dalla promozione, al turismo, all'enogastronomia. Bisogna assecondare la crescita del comparto e fare in modo che un sostegno al settore agricolo non si traduca in una complicazione delle norme. Dobbiamo stare sui fondamentali: le regole non siano delle manette, ma una opportunità ».
Lo ha detto a Vinitaly Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenendo al dibattito “La politica e il vino. Lavoro e passione”, moderato da Roberto Arditti, direttore Affari istituzionali per Expo 2015

Verona, 7 aprile 2014. «L’agricoltura si sta evolvendo, incorporando altre componenti, dalla promozione, al turismo, all'enogastronomia. Bisogna assecondare la crescita del comparto e fare in modo che un sostegno al settore agricolo non si traduca in una complicazione delle norme. Dobbiamo stare sui fondamentali: le regole non siano delle manette, ma una opportunità ».
Lo ha detto a Vinitaly Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenendo al dibattito “La politica e il vino. Lavoro e passione”, moderato da Roberto Arditti, direttore Affari istituzionali per Expo 2015.
Secondo Bruno Vespa, giornalista, conduttore di Porta a Porta, ma anche produttore di vino in Puglia, con la consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella, «il vino, come la politica, è una passione che può diventare una malattia pericolosa. Nel vino ci sono la storia, la terra, le radici, il piacere di vedere crescere la pianta, una passione che conquista anche chi non è nato fra le vigne. E non sono sicuro se il cuore di D'Alema batta più forte per la politica o il vino».
La stessa passione che ha portato l’agroalimentare italiano, e il vino in particolare con 5 miliardi di export sui 34 esportati nel 2013, all’eccellenza. «Con i nostri vini non vendiamo più solo una bottiglia – ha spiegato il viceministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero – ma la storia, la cultura sociale, la coesione, il territorio. Ci proponiamo con un modello di eccellenza che dobbiamo promuovere, come è negli obiettivi del governo e di Expo. Gli imprenditori sono gli ambasciatori del Made in Italy nel mondo».
Il potenziale dell’agroalimentare, ha confermato Poletti, «è enorme». Sul piano dell’occupazione, tema caldissimo, il ministro del Lavoro ha parlato di «una situazione terribile per l’occupazione del nostro Paese e il 2014 sarà ancora l’anno di transizione, perché vi sono aziende in crisi che scaricheranno persone nei prossimi mesi». Tanto che «nel 2014 avremo qualche segno di ripresa, insieme alla coda velenosa della crisi».
Una mano potrà arrivare anche dal mondo del vino, ha sostenuto Poletti, «che ha saputo raccogliere la sfida dopo lo scandalo del metanolo negli anni Ottanta e ha saputo virare, con la fisica che ha soppiantato la chimica». Ma i meriti della viticoltura non si fermano al vino. «Perché senza i vigneti come sarebbe il panorama?», chiede Poletti.
Poletti ha ribadito la posizione del governo sulla durata del tempo determinato: «I 36 mesi sono l’essenza del provvedimento. Anche perché il tasso di stabilizzazione dei contratti a termine dei sei mesi è del 10 per cento, con un contratto oltre i 12 mesi la percentuale di stabilizzazione arriva al 30 per cento».
Servizio Stampa Veronafiere

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