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COMMERCIO. La crisi ridisegna le abitudini degli italiani e le aziende scelgono nuove strategie

Il 48% dei residenti nel Belpaese vuol spendere fino a 3 euro/lito

Francesca Lorandi

Ricerca italiani e vino: il prezzo é la chiave di volta. Nonostante un clima generale improntato al pessimismo,le cantine italiane hanno mostrato capacità di tenuta e la voglia di sfruttare il momento per «mettere ordine» al proprio interno, investendo sulle reti commerciali, sull'acquisizione di nuovi terreni e marchi e sull' ammodernamento tecnologico. E’ quanto emerge da una ricerca di mercato sviluppata da Axiter-Confcommercio/Unicab per il Vinitaly. Chi va bene, ha goduto nel 2009 anche di un ridotto, o nullo, incremento nei costi.

Chi va male, però, registra gravi scompensi su tutta la linea: ha visto ridursi le quote di mercato in Italia, è cresciuto molto poco all'estero. E questa forbice, molto netta, sembra essere una delle caratteristiche salienti del 2009, che ha portato a una «selezione» fra le cantine. «La crisi sta causando una polarizzazione delle imprese», spiega Adriano Tomba, responsabile del laboratorio delle Imprese di Banco Popolare, «fino a tre anni fa, quando calcolavamo la media dei fatturati di un campione di aziende,le migliori e le peggiori erano vicine alla media. Ora invece c'è una forbice sempre più grande. La polarizzazione», continua Tomba, «porta a una selezione. Ad essere premiate sono le imprese solide, perché hanno avuto la liquidità per affrontare questa crisi finanziaria. Sono state premiate le aziende orientate all' export e che hanno mantenuto la qualità a un prezzo accessibile». La qualità infatti non è stata sufficiente a superare la crisi: la riduzione dei costi è stata la chiave per il successo. lo dimostra l'indagine di Unicab: il 48% degli italiani è disposto a spendere fino a 3 euro per un litro di vino da consumare tutti i giorni; il 30% tra 3 e 10 euro. Prezzi molto bassi, e proprio il costo è in cima alle caratteristiche che spingono all'acquisto,seguito dalla zona di origine e dalla gradazione alcolica. La ricerca mostra anche come il vino sia consumato soprattutto da uomini di età avanzata, con un crollo vertiginoso dei consumatoti più giovani. «Una questione di prezzo», commenta Lucio Mastroberardino, presidente dell'Uiv, «per questo i giovani che non possono permettersi una bottiglia di vino optano su altri alcolici». Conta meno la qualità, tanto che la maggior parte degli indiani si considera non esperta di vino. «La responsabilità è anche della distribuzione»,spiega Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, «nei supermercati non c'è nessuno che spieghi il valore di quel vino, E questo é uno dei motivi della perdita di competitività».

L'ARENA

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