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Uno degli effetti indesiderati del Covid è la perdita di gusto e olfatto. Spiacevole per chiuque ma potenzialmente un rischio professionale per chi ha necessità di sensi affilati per il suol avoro.  Questo mese l'Unione degli enologi francesi ha condotto un sondaggio tra enologi e altri professionisti esperti nella degustazione di vini per valutare l'impatto della pandemia di coronavirus sulla loro professione, misurare i rischi dell'olfatto e del gusto menomati e valutare le conseguenze professionali. I professionisti il ​​cui olfatto e gusto sono stati colpiti dalla malattia rappresentavano quasi il 2% degli intervistati. Tra le persone colpite, il 61% ha recuperato completamente entrambi i sensi (impiegando in media 18 giorni), mentre il 32% li ha recuperati solo parzialmente (impiegando in media 28 giorni) e il 7% non si era ripreso entro la fine del sondaggio.

 Le donne sono state leggermente più colpite rispetto agli uomini: il 4% delle donne intervistate ha contratto il Covid-19, rispetto al solo 2% degli uomini; il 54% delle donne contagiate ha perso l’olfatto, contro il 46% degli uomini; il 55% di loro ha perso il gusto rispetto al 52% degli uomini. Il 13% dei professionisti del vino ha già avuto disturbi dell’odore, il 10% disturbi del gusto, prima del 2020.

Gli enologi francesi - riporta il sito Winenews - vorrebbero che la perdita di gusto e olfatto venissero riconosciute come vere e proprie malattie invalidanti, che portano alla limitazione dell’attività.
Il piano di azione approntato dall’Union des OEnologues de France, con il suo Comitato Scientifico e con il Sindacato Nazionale dei Medici di Francia, prevede così sei misure prioritarie: riconoscimento dei disturbi dell’odore e del gusto come malattie invalidanti per i professionisti del vino; copertura sanitaria rafforzata e previdenziale per tutti gli enologi, ed in particolare per i lavoratori autonomi, finora meno tutelati; richiesta di vaccinazione prioritaria per i professionisti del vino (dopo la vaccinazione delle persone più vulnerabili); raccomandazione a tutti gli enologi di consultare un medico per prevenire, diagnosticare e curare; mobilitazione dell’Union des OEnologues de France con un numero sindacale di emergenza e una piattaforma provvisoria per mettere in atto soluzioni alternative; avvio di un programma di ricerca nazionale sui disturbi dell’olfatto e del gusto tramite il fondo di dotazione degli Oenologues de France.

(nella foto l'enologo Nicola Selmin)

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