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Un 2018 inebriante per il mercato degli spiriti italiani. Lo scorso anno, infatti, il settore acquaviti e liquori ha realizzato circa 1 miliardo 150 milioni di euro di fatturato. In larghissima parte parte derivante dall’export, che nello stesso periodo ha raggiunto un valore pari a 1 miliardo 78 milioni di euro, con una variazione percentuale del 25%. Tra le destinazioni, negli Usa si evidenzia il grande balzo in avanti con 179 milioni di euro e una sorprendente variazione percentuale pari a circa il 45% sull’anno precedente. Sono i risultati dell'elaborazione di Federvini su dati ISTAT sui 12 mesi del 2018 . 

"Riteniamo che questo successo derivi dalle azioni promozionali che l’anno scorso ICE ed aziende associate a Federvini hanno realizzato negli Stati Uniti e in Canada con un 'road show' dedicato al mondo degli aperitivi, liquori, amari, distillati, tipici della tradizione italiana – commenta Micaela Pallini, presidente del gruppo Spiriti di Federvini –. L’iniziativa è stata resa possibile grazie ai fondi straordinari per il Made in Italy, messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, ed è stata realizzata con il prezioso coordinamento degli Uffici ICE di New York, Toronto, Montreal".

L’iniziativa sarà replicata anche quest’anno e prenderà avvio a breve negli Stati Uniti con una serie di seminari che avranno luogo in occasione delle conferenze di USBG negli Stati della California, Texas, North Carolina, Connecticut, Minnesota, per poi realizzare un altro evento a luglio in occasione della nota manifestazione di settore Tales of the Cocktail. Invece in Canada, anche per il 2019 le aziende parteciperanno a Spirit of Toronto e Invasion Cocktail, rispettivamente negli Stati dell’Ontario e del Québec. "Si tratta di un mercato articolato complesso – osserva Pallini –, anche per la presenza dei monopoli, e diversificato a seconda della provincia di destinazione dove c’è molto da fare a fronte di grandi opportunità. Al momento, essendo questo solo il secondo anno di presenza, ancora non possiamo cogliere appieno i benefici, ma è nel lungo periodo che potremo fare un’analisi più approfondita. La Cina attualmente rappresenta un mercato di enormi opportunità, ma allo stesso tempo è molto difficile entrare in quanto va studiata con attenzione la normativa sui prodotti in tutti gli aspetti da quelli analitici a quelli sull’etichettatura".

Accise e Brexit rallentano il mercato

Crescita e spinta verso l'estero sono la dimostrazione che i produttori hanno saputo far fronte anche all'incostanza dei mercati. "Fra il 2013 ed il 2015 il settore delle bevande alcoliche – illustra Pallini – ha subito quattro aumenti di accisa: l’incremento finale del valore dell’accisa è stato di pochissimi decimali inferiore al 30%. Inutile sottolineare come sia legittimo chiedere che, in una fase ancora così delicata, ci sia un’attenta e condivisa valutazione dell’impatto delle manovre di politica economica. A livello internazionale l’unica strada che possa dare impulso all’export, scongiurando ulteriori dazi, sono gli accordi di libero scambio. Ricordo l’ultimo che è entrato in vigore ovvero quello tra l’Unione europea e il Giappone che prevede già, dal primo febbraio di quest’anno, un netto abbattimento delle barriere tariffarie per le bevande alcoliche". La Brexit e lo scenario del no deal desta invece molte preoccupazioni, essendo il Regno Unito un mercato importante per il settore dove nel 2018 abbiamo esportato acquaviti e liquori per un valore pari a circa 109 milioni di euro con una variazione percentuale pari al 38% sull’anno precedente. "La recente notizia del via libera di Westminster alla mozione che gli consentirà di chiedere all'UE un rinvio 'breve' della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno, non cambia sostanzialmente molto, anche perché il rinvio della scadenza per la Brexit non è automatico: spetterà ai leader dei 27 Paesi membri decidere all'unanimità".

Un settore ancora familiare apprezzato in tutto il mondo

In Italia la spina dorsale del settore degli spiriti è ancora rappresentato da aziende medie e piccole di tipo familiare con lunga storia e tradizione. E’ un settore antico per il nostro Paese, con una storia affascinante che affonda le sue radici nel Medioevo e che nel tempo ha saputo innovarsi, non a caso molti nostri prodotti tipici hanno un ruolo fondamentale nella mixologia internazionale. "Ciò che riscuote maggior successo – dichiara Pallini – è proprio la nostra storia, legata a volte alle sorti di una famiglia, nonché la capacità di tramandare una cultura del bere tutta italiana che accompagna ogni momento legato alla convivialità dall’aperitivo, al digestivo. Il nostro settore è inoltre molto attento al tema del consumo responsabile e a livello di comunicazione commerciale osserva il codice di autodisciplina pubblicitaria che prevede disposizioni vincolanti. Assolutamente imprescindibile, il divieto di vendita e di somministrazione di alcol ai minori è una norma di legge cogente".

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