Studi e Ricerche

La crescita dell'Italia prosegue nel 2° trimestre ma a ritmi più moderati, trainata dai servizi, mentre l’industria resiste. L’inflazione è persistente come previsto, i tassi di interesse salgono e i prestiti diminuiscono. Segnali misti per i consumi, mentre gli investimenti crescono anche se poco. Le risorse a disposizione delle imprese manifatturiere per fare investimenti non sono molte visti anche i margini operativi compressi. Si registra debolezza nell’Eurozona, negli Usa riparte l’industria, frena la Cina, cresce l’India.

L’economia italiana e internazionale in breve
  • Crescita in assestamento. Il 2° trimestre 2023 si è aperto con qualche segnale debole per l’Italia, dopo il buon andamento del Pil a inizio anno. La situazione è solida nei servizi, meno in industria e costruzioni. L’RTT index (sviluppato da CSC e TeamSystem) segnala in aprile una frenata del fatturato in tutti i settori. Il calo del prezzo del gas è una potente spinta positiva, ma i consumi restano zavorrati dall’inflazione, gli investimenti dal costo del credito e si è fermato l’export, data la frenata mondiale.
  • Inflazione persistente come previsto. L’inflazione italiana ha interrotto il suo calo in aprile (+8,2% annuo, da +7,6%), ma la tendenza al ribasso continuerà, grazie al prezzo del gas sempre più in riduzione (34 euro/mwh a maggio) e agli effetti sempre più pieni del rialzo dei tassi. I prezzi al consumo alimentari restano in tensione (+11,8%), ma anch’essi si raffredderanno gradualmente perché le materie prime sono care ma senza ulteriori rialzi (in aprile +49% dal 2019). La dinamica dei prezzi al consumo dei beni e servizi core continua a salire (+4,9%), incorporando i passati rincari energetici.
  • Tassi su, prestiti giù. Il tasso pagato per i prestiti dalle imprese italiane è balzato a 4,30% a marzo, oltre il triplo del livello di fine 2021 (1,18%). Il credito a condizioni molto più onerose fa sì che lo stock di prestiti alle imprese si stia contraendo sempre di più (-1,0% annuo a marzo): manca perciò un sostegno a produzione e investimenti. La stretta segue il rialzo del tasso della BCE (salito al 3,75% a maggio), che sembra aperta a nuovi possibili ritocchi: i future anticipano un ultimo rialzo di 0,25 entro settembre. In Italia, il BTP resta invece stabile su un livello alto (4,17% in media a maggio, ma 4,41% il 26/5).
  • I servizi trainano. Il turismo in Italia nel 1° trimestre è risultato molto sopra i livelli del 2022 (+30,7% la spesa dei viaggiatori stranieri), intorno a quelli del 2019. In aprile il PMI dei servizi è salito ancor più, indicando forte crescita (57,6 da 55,7), anche se a maggio la fiducia delle imprese ha subito un calo. Il settore beneficia ancora della domanda repressa delle famiglie liberata dalle riaperture post-Covid.
  • L’industria resiste. La produzione è diminuita ancora a marzo (-0,6%), terzo calo consecutivo, ma chiude il 1° trimestre solo di poco negativa (-0,1%) grazie alla buona eredità di dicembre. Lo scenario è in peggioramento: il PMI in aprile è bruscamente crollato in area di contrazione (46,8 da 51,1). A maggio, la fiducia delle imprese è di nuovo calata: meno ordini, più basse attese sulla produzione. La domanda estera non tira più: l’export italiano di beni si è fermato, in media, nel 1° trimestre 2023.

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  • Segnali misti per i consumi. A marzo è proseguito il calo delle vendite di beni alimentari (-0,7%, in volume), mentre sono ripartite da inizio anno le immatricolazioni di auto, grazie a una domanda favorevole dopo molti mesi di contrazione (+9,7% nei primi 4 mesi). Un fattore positivo è il mercato del lavoro che è rimasto in espansione nel 1° trimestre (+80mila occupati). Per aprile, l’ICC segnala però  una crescita tenue dei consumi (+0,2% annuo), trainata solo dai servizi (+4,5%). E a maggio i giudizi delle famiglie sulla propria situazione economica sono un po’ peggiorati, come la fiducia in generale.
  • Investimenti: crescono, anche se poco. L’aumento nella produzione di beni strumentali (+0,3% nel 1° trimestre) delinea buone prospettive per gli investimenti. Lo conferma l’indagine sulle condizioni per investire, che prefigura un miglioramento (-18,1% nel 1° trimestre, da -30,2%; Banca d’Italia).
  • Debolezza nell’Eurozona. La produzione industriale dell’Area scivola a marzo (-4,1%), portando il 1° trimestre in negativo (-0,2%). Cala in particolare la manifattura (-0,7% nel 1°), che si mantiene sotto i valori di inizio 2021: da allora, è di poco positivo lo scarto dell’Italia (+0,1%), ma è ampio il gap accumulato in Germania (-1,3%). Dove il PIL ha segnato un -0,3% nel 1° trimestre. In aprile, il PMI manifatturiero è sceso a 44,6, indicando più frenata, compensata dalla crescita nei servizi (56,2).
  • USA: riparte l’industria. Il PIL nel 1° trimestre è salito di +0,3%, meglio delle attese (ma peggio dei due precedenti), grazie alla crescita di consumi e export, mentre calano gli investimenti. In aprile, l’industria ha mostrato una buona performance: +0,5% la produzione, dopo la stasi degli ultimi due mesi (+0,5% l’acquisito per il 2° trimestre, dopo due cali consecutivi); in risalita anche il PMI manifatturiero (50,2 da 49,2), l’indice dei Direttori degli acquisti di Chicago (48,6 da 43,8) e l’ISM manifatturiero (47,1 da 46,3).
  • Frena la Cina. In India (ma anche in Russia e Turchia) si registra un clima espansivo in aprile: produzione e nuovi ordini spingono l’occupazione e smaltiscono quelli arretrati. Sulle prospettive però pesano l’alto costo degli input produttivi e i ritardi nelle catene di fornitura. La manifattura brasiliana subisce, invece, un calo marcato, mentre in Cina si ha una frenata, ma senza finora intaccare la fiducia.

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