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L'urgenza di fronteggiare l'epidemia mondiale da Covid-19, come ben comprensibile, ha messo in ombra tutta una serie di problematiche economiche. Che tuttavia restano sempre attuali. Per quanto riguarda in particolare la questione dei dazi Usa su una serie di prodotti europei (compresi aperitivi e liquori italiani) si stanno avvicinando due date estremamente cruciali : a luglio la pubblicazione della decisione dell’organo di appello del WTO, questa volta a favore del consorzio Airbus, mentre a metà agosto si apre una nuova finestra del c.d. “carosello”, procedura con cui l’amministrazione USA può decidere se mantenere i dazi sugli stessi prodotti individuati sin da ottobre 2019, se innalzare la percentuale loro applicata, o addirittura se estenderla anche ai vini.

L’insorgere della pandemia ha di molto rallentato il dialogo fra l’Unione europea e gli USA: gli effetti delle tensioni commerciali sommate all’impatto delle misure adottate per fronteggiare la pandemia da Covid-19 stanno creando un effetto dirompente senza precedenti.

Alla luce di questi elementi così preoccupanti, Federvini è tornata a richiamare l’attenzione sul dossier in quanto reputa necessario ribadire una presa di posizione importante, onde evitare che la campagna elettorale negli Stati Uniti e gli scenari legali possano acuire una situazione già complessa e mettere ancora più a rischio  il settore degli aperitivi e dei liquori italiani, in funzione di interessi di altri comparti.

Il Presidente della Federazione Sandro Boscaini ha sensibilizzato il Ministero degli Affari esteri italiano per continuare a sollecitare un’azione decisa a salvaguardia del settore e ha indirizzato delle note al Presidente del Parlamento europeo Sassoli e al Commissario Gentiloni per rafforzare la portata del messaggio affinché continui il dialogo fra l’Unione Europea e gli USA  e per rimuovere ed evitare in futuro ogni dazio, in particolare proprio per il settore dei Vini e degli Spiriti, ripristinando quel quadro di relazioni commerciali, fondato sull’accordo zero for zero, raggiunto dall’allora CEE e dagli USA nel 1997.

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