Dall'estero

I produttori vinicoli argentini in campo contro la previsione di un innalzamento dei dazi all’export. È partita una campagna guidata da Bodegas de Argentina, l’associazione che rappresenta più di 250 aziende vinicole argentine, in cui si chiede al governo di eliminare i nuovi dazi all'esportazione dell'8%.

Nel suo primo giorno di mandato il mese scorso, il presidente Javier Milei ha introdotto tagli e cambiamenti drastici, tra cui la svalutazione del peso argentino del 50%.

Prima della svalutazione, il cambio del peso era ufficialmente controllato ma nella realtà variabile: all'inizio di dicembre il tasso ufficiale era di 360 pesos per dollaro, ma al mercato nero ne servivano almeno 960.

La maggior parte dell'industria vinicola ha accolto con favore la svalutazione voluta da Milei, che rende le esportazioni più favorevoli, ma teme gli effetti dell'annunciato aumento dei dazi all'esportazione, che passano dallo 0% all'8%.

"Stiamo facendo pressioni affinché vengano rimossi questi dazi - afferma Milton Kuret, direttore esecutivo di Bodegas de Argentina -. Il vino aggiunge valore all'economia locale e non crediamo che debba essere sottoposto a dazi. Questo avrà un impatto diretto sulla redditività delle esportazioni per le aziende vinicole e aumenterà i costi; aggiungere tasse in questa fase, quando le vendite sono già in calo, non ha alcun senso. Causerà solo ulteriori problemi".

Bodegas de Argentina ha lanciato questa settimana una campagna sui social media per sensibilizzare l'opinione pubblica. In essa si sostiene che i dazi all'esportazione metteranno a rischio la competitività internazionale dell'Argentina e porteranno solo a un ulteriore calo del valore delle esportazioni (già diminuito del 30% lo scorso anno), mentre allo Stato porteranno solo un'entrata di 60 milioni di dollari, che rappresenta meno dello 0,005% della spesa pubblica.

La notizia è particolarmente preoccupante per l'industria vinicola argentina, che non solo si trova ad affrontare un'inflazione paralizzante e un'impennata dei costi, ma è stata duramente colpita nel 2023 da una delle rese più basse mai registrate a causa di eventi climatici avversi.

Attualmente i dazi all'esportazione dell'8% sono in discussione al Congresso e saranno votati nelle prossime due settimane.

Foto Unsplash

 

 

 

 

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