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Studi e Ricerche

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19 Maggio 2025

CSC: ripresa moderata, ma restano le incertezze legate ai dazi

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di FEDERVINI federuser | in 
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Come rivelano i dati che emergono dalla Congiuntura Flash di Confindustria, nel primo trimestre 2025 il PIL italiano è cresciuto dello 0,3%, oltre le attese, grazie al recupero dell’industria. Ma nel secondo trimestre l’incertezza legata ai dazi USA frena export e investimenti. In compenso, la minore domanda globale ha favorito il calo dei prezzi energetici, contribuendo alla riduzione dei tassi in Europa.

Energia meno cara, ma non abbastanza. Il prezzo del gas europeo scende a 33 €/mwh a maggio, dai 50 di febbraio, pur restando al di sopra dei livelli pre-crisi. Cala anche l’elettricità (PUN a 88 €/MWh) ma l’Italia resta meno competitiva rispetto ad altri paesi. Il petrolio è sceso a 62 $/barile, riflettendo attese di rallentamento globale.

Tassi in divergenza. L’inflazione resta alta negli USA (+2,3%) per effetto dei dazi e della svalutazione del dollaro, mentre in Eurozona (+2,2%) si prevede un calo grazie all’energia. La Banca Centrale Europea ha già tagliato i tassi al 2,25% e continuerà-. La Fed, invece, resta prudente. Il credito alle imprese italiane risulta ancora in calo (-1%).

Investimenti in calo e fiducia debole. Nei primi mesi del 2025 tutti gli indicatori sugli investimenti sono in calo. La fiducia delle imprese è scesa a 91,5 ad aprile. Restano deboli gli ordini di beni strumentali e l’incertezza è in aumento.
Consumi: luci e ombre. La crescita dell’occupazione sostiene i redditi, ma la fiducia dei consumatori è calata, spingendo al risparmio. Le vendite al dettaglio sono scese (-0,5% nel primo trimestre) mentre le immatricolazioni auto mostrano un lieve segnale positivo (+2,7%)

Servizi incerti, turismo in crescita. Il turismo cresce (+6,7% annuo a febbraio la spesa di stranieri), ma il fatturato dei servizi cala nel primo trimestre. l’indice PMI resta sopra la soglia espansiva (52,9), ma la fiducia delle imprese è in calo per la flessione degli ordini.
Industria in ripresa ma vulnerabile. Dopo 5 trimestri in calo, la produzione industriale è tornata a crescere, registrando un aumento dello 0,4% nel primo trimestre. Tuttavia l’effetto dirompente dei dazi e i dati di aprile risultano contrastanti: il PMI è in miglioramento, mentre la fiducia rimane bassa.

Export positivo, prima dei dazi. L’export dei beni ha registrato una crescita del 4,6% nel primo trimestre del 2025, spinto anche da anticipo verso gli USA (+11,8%). Ma il contributo netto resta negativo per via dell’import. Aumentano le vendite verso la Germania e i paesi al di fuori dell’Unione, calano invece quelle verso la Cina. Gli ordini esteri appaiono stabili, ma gli ordini del PMI globale volgono in negativo (47,2).

Eurozona: partenza buona, ma rallenta. Il PIL dell’Eurozona è cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre, con la Spagna in testa (+0,6%). La Germania guida il recupero industriale, ma i PMI segnalano un rallentamento nei servizi e fiducia in discesa.

USA: frenata contenuta. Il PIL statunitense segna un -0,1% nel trimestre. Calano la domanda estera e la spesa pubblica. Il tasso di produzione industriale risulta stabile nel mese di aprile, con una buona tenuta dell’occupazione.

Cina in crescita, ma segnali di freno. La Cina cresce del +5,4% nel primo trimestre, sostenuta da export e costruzioni. L’export sale ancora in aprile dell’8%, ma rallentano gli ordini esteri e la fiducia. Grazie agli stimoli pubblici, le vendite al dettaglio crescono del 4,6%.

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Spagna, espansione ampia e sostenuta. La Spagna continua a crescere grazie a consumi, investimenti e turismo. Nel primo trimestre 2025, il PIL è ancora in crescita, ma l’industria è in affanno. PMI servizi è in espansione, la manifattura risulta debole.
La Spagna resta tra le mete turistiche principali. Il settore alberghiero pesa 6,4% del VA, molto più che in Italia. Tuttavia emergono problemi di sostenibilità, primo tra tutti l’iperturismo.

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L’industria spagnola è più dinamica. Meno manifatturiera dell’Italia, la Spagna eccelle nell’automotive e nei settori hi-tech. Nel 2024 la produzione risulta in lieve calo, che comunque risulta minore rispetto a quello dell’Italia (-36%). Elettronica, farmaceutica e chimica sono altri tre settori in crescita in Spagna. L’economia italiana e quella spagnola restano interconnesse, essendo la Spagna il questo mercato per i beni italiani. I rendimenti sui titoli di Stato favoriscono la Spagna, che attrae più investimenti e consuma di più. Anche per un’energia meno costosa.
Photo credit: freepik

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