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Minaccia dazi: Tajani lancia il Piano d'azione per l'export italiano
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In particolare sull'industria del vino del Vecchio Continente pende la minaccia di super dazi al 200%. Tajani ha annunciato che una delegazione tecnica del ministero degli Esteri è già stata inviata a Washington per iniziare ad affrontare le problematiche commerciali che potrebbero seguire all'imposizione dei dazi. Ma in ogni caso, ha detto il ministro, bisogna «tutelare l'export delle imprese italiane». Nasce da questi presupposti il Piano d'azione per l'export italiano, presentato venerdì 21 marzo a Villa Madama.
Lo scopo del piano è l’accelerazione dell’export grazie a una strategia di promozione integrata tra i vari attori del Sistema Italia (Ice, Simest, Sace e Cassa depositi e presiti), focalizzata su Paesi ad alto potenziale e settori di punta del Made in Italy. Vino e agroalimentare compaiono tra quelli considerati strategici. Sono previsti il potenziamento delle attività fieristiche, la stipula di accordi con grandi catene della Gdo e player dell'e-commerce, l'apertura di nuove sedi estere dedicate da parte delle agenzie che fanno capo al "Polo dell'export", un numero di telefono di pronto intervento e informazioni per le imprese. Secondo il piano, le esportazioni italiane potranno aumentare rilanciando la produzione attraverso, in primo luogo, l’abbattimento del costo dell’energia. Ma non solo.
«Abbiamo assolutamente bisogno del sostegno politico dei membri del Parlamento europeo, della Commissione e delle autorità nazionali per superare questa crisi e negoziare una soluzione» ha aggiunto.
Il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas durante l'evento di Veronafiere a Bruxelles ha ricordato i numeri del vino: «In un contesto generale di recessione, noi siamo riusciti ad avere un comparto agroalimentare che cresce e, tra le sue composizioni, è stato determinante il contributo del vino (+5,5%). Gli Usa, che ci preoccupano molto, hanno fatto un più 9% e sono arrivati a 1,7 miliardi di euro nel 2024».
