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Nonostante il maltempo degli ultimi giorni abbia creato qualche problema, la vendemmia 2018 si è sostanzialmente conclusa con un bilancio positivo, con una produzione di 49,5 milioni di ettolitri, in aumento del 15% rispetto al 2017. Impegnate 310 mila aziende agricole e quasi 46 mila aziende vinificatrici su una superficie a vite di 652 mila ettari. Una panoramica sulla vendemmia 2018 attraverso le testimonianze dei produttori, con i dati diffusi dal Ministero delle Politiche Agricole. Cliccando sulle singole regioni della cartina si ottiene il dato della produzione.

Val d'Aosta Piemonte Lombardia Trentino Veneto Friuli Liguria Emilia Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

Piemonte

La stagione invernale, non particolarmente fredda, è stata ricca di precipitazioni soprattutto piovose. La vite ha concluso il ciclo vegetativo con il giusto periodo di riposo e la ripresa vegetativa è risultata nella norma con lo sviluppo dei germogli che è avvenuto tra la metà aprile e l’inizio maggio, che è risultato un mese decisamente piovoso (diciotto i giorni di pioggia). Ciò ha favorito un veloce sviluppo vegetativo creando parecchi problemi nella gestione dei lavori nel verde (spollonatura, palizzatura, scacchiatura) alternati ai trattamenti fitosanitari, spesso urgenti per il controllo della peronospora. La fioritura è iniziata tra la fine di maggio e, tendenzialmente, ha avuto un decorso abbastanza regolare, tanto che la fertilità della vite è risulta elevata, con un numero di grappoli maggiore rispetto allo scorso anno che risultano compatti con acini grandi e ricchi di mosto. In diversi vigneti, si è intervenuto con il diradamento per ridurre in modo efficace il numero grappoli/piante. Dal punto di vista meteorologico l’estate è stata caratterizzata da molta umidità e da frequenti temporali spesso devastanti. Diverse anche le grandinate, in particolare nel cuneese e nell’astigiano. La difesa fitosanitaria è stata piuttosto impegnativa per contrastare le infezioni di peronospora e di oidio. L’epoca vendemmiale presenta un ritardo di 10/15 giorni rispetto al 2017 ma in linea con un’annata normale. Le prime uve Pinot Nero e Chardonnay basi per lo spumante Alta Langa sono state raccolte nell’ultima decade di agosto. Si è proseguito poi con il Brachetto e il Moscato. Verso la metà di settembre sono state conferite le uve di Cortese, Dolcetto e Freisa, mentre per la Barbera e i Nebbioli la raccolta è iniziata alla fine del mese di settembre per concludersi ad ottobre. Quantitativamente si prevede un aumento della produzione rispetto al 2017, mentre dal punto di vista qualitativo si stimano livelli buoni/ottimi con alcune punte di eccellente.

Lombardia

L’annata si è contraddistinta per un inverno non eccessivamente freddo e una primavera regolare. Alcune temperature piuttosto basse, dopo giornate di relativo caldo, sono state molto utili per abbattere la carica iniziale di malattie (peronospora in particolare) e di insetti. Il germogliamento ha avuto un decorso abbastanza regolare, buona/ottima l’allegagione, mentre l’invaiatura è risultata molto lenta e difficile in particolare per Pinot nero. Ottimo è risultato invece il carico produttivo. Dal punto di vista sanitario il 2018 è stato caratterizzato da una bassa infezione, ad eccezione di alcune zone in cui la peronospora all’inizio maggio ha creato qualche problema sebbene limitato. Le buone condizioni climatiche in generale e le escursioni termiche tra notte e giorno non hanno accelerato l’invaiatura e le maturazioni, seppur costanti, sono risultate lente con un ritardo medio di 5-6 giorni rispetto al 2017. In generale la maturazione ha seguito gli sviluppi di una annata normale. Per i vitigni bianchi o più precoci si assiste ad un sensibile abbassamento delle acidità con il pH sopra la norma e un lento, ma regolare accumulo di zuccheri. Interessante lo sviluppo delle varietà a bacca rossa, in particolare per i Merlot, che presentano un carico molto importante di grappoli. 

Trentino Alto Adige

L’annata 2018 si è caratterizzata per un inverno freddo ed umido che si è protratto sino a metà aprile. Il germogliamento è avvenuto regolarmente con un ritardo di circa 10 giorni rispetto al 2017. Dopo la metà di aprile le temperature oltre la norma stagionale hanno consentito un veloce recupero. Anche nei mesi di maggio e giugno i valori termici e le precipitazioni sono state superiori alla media del periodo (in Vallagarina sono caduti circa 250 mm di pioggia, il doppio dei millimetri riscontrati a nord di Trento). Tutto ciò ha favorito gli attacchi di peronospora che ha impegnato seriamente i viticoltori con diversi trattamenti. Alla fine di agosto la situazione sanitaria è risultata ottima, i grappoli sono integri e sani, grazie anche al clima asciutto delle ultime settimane. L’epoca della vendemmia in Trentino è leggermente anticipata, mentre in Alto Adige ricalca i tempi dello scorso anno. In provincia di Trento la raccolta delle uve base spumante è iniziata il 17/18 agosto, in anticipo rispetto all’avvio ufficiale avvento il 20 agosto. I primi riscontri di cantina evidenziano per lo Chardonnay concentrazioni di zucchero ed acidità totali regolari. La ripresa vegetativa ritardata, aveva lasciato ben sperare in una vendemmia spostata verso settembre, ma la stagione favorevole e le notti di agosto molto calde hanno accelerato la maturazione, in particolare per le uve base spumante che sono state raccolte già in agosto per salvaguardare la freschezza dei mosti e in particolare l’acidità malica. Buona anche la situazione relativa al Pinot grigio di fondovalle, la cui raccolta è iniziata nell’ultima settimana di agosto. In Alto Adige i conferimenti sono iniziati nei primi giorni di settembre con le varietà precoci a bacca bianca (Pinot grigio, Chardonnay, Pinot bianco), per proseguire poi con i grappoli delle fasce collinari (Sauvignon, Müller Thurgau e Pinot nero). In tutta la regione la maggior parte delle uve è stata raccolta tra il 10 settembre e i primi giorni di ottobre con i bianchi di alta collina, la Schiava, il Lagrein e il Merlot. Le operazioni vendemmiali si sono chiuse con le ultime uve di Cabernet verso la metà di ottobre. Il quadro complessivo dell’annata 2018 è decisamente positivo. Dal punto di vista quantitativo si ritorna alla normalità, qualitativamente i presupposti per un’annata da incorniciare ci sono tutti, con ottimi livelli e diverse punte di eccellenza.

Veneto

L’inizio del ciclo vegetativo è avvenuto con un leggero ritardo rispetto allo scorso anno, che è stato poi recuperato grazie al positivo andamento meteorologico, tanto che la maturazione, in particolare per le uve precoci, è rientrata nella norma. Fino alla prima quindicina di luglio le piogge si sono alternate con giornate soleggiate, favorendo un’ottimale ciclo vegetativo. Buona anche l’escursione termica tra il giorno e la notte. Il germogliamento ha avuto un decorso regolare ed omogeneo. Rari e di limitata entità i fenomeni grandinigeni. La post-fioritura si è evoluta in modo quasi perfetto. Il mese di agosto è stato caratterizzato da un forte balzo termico con temperature che hanno superato stabilmente i 32-34°C fino alla metà del mese. Nel Veneto Centro Orientale, prima di Ferragosto, alcune perturbazioni atmosferiche hanno creato fenomeni anche di forte intensità che, però, non hanno determinato perdite significative di produzione. In tutto il Veneto, anche in seguito alle temperature ottimali, la raccolta delle uve precoci (Chardonnay e Pinot) è iniziata nella seconda settimana di agosto, con un anticipo di circa una settimana rispetto al 2017. Per le uve Glera coltivate in pianura i conferimenti sono iniziati negli ultimi giorni di agosto, nelle settimane successive seguiranno quindi quelli delle uve Glera di collina e a seguire le varietà a bacca rossa (Merlot e Cabernet). Nel Trevigiano la vendemmia si è chiusa in ottobre con la raccolta delle uve Raboso. Nelle province di Verona e Vicenza risulta buona la situazione delle uve per i vini dei Colli Euganei, così come per le Doc Vicentine. Ottimi i presupposti per le uve Garganega e la Corvina. Le condizioni risultano ottimali per le uve destinate all’appassimento, con grappoli sani e di dimensioni adeguate. Qualitativamente i primi riscontri di cantina evidenziano dei prodotti di tutta considerazione e i presupposti per ottenere vini di qualità con con molte punte di ottimo ed alcune di eccellenza ci sono, soprattutto per le varietà a bacca bianca. 

Friuli Venezia Giulia

Dopo un mese di gennaio mite e poco piovoso, da febbraio è iniziata una lunga fase fredda dove si sono registrate temperature di cinque gradi inferiori rispetto alla media stagionale. Anche a marzo è continuata la straordinaria ondata di freddo continentale, contraddistinta da intense precipitazioni in pianura (fino a +250% di acqua caduta rispetto allo scorso anno) ed eccezionali nevicate in montagna. Il clima invernale, particolarmente rigido, ha rallentato la ripresa vegetativa, tanto che il germogliamento è iniziato con oltre due settimane di ritardo rispetto al 2017. Con il mese di aprile le temperature si sono improvvisamente rialzate registrando, soprattutto nella terza decade, valori decisamente estivi. Questo eccezionale clima di tipo estivo, associato a scarse precipitazioni, è continuato anche nel mese di maggio, dove si sono sfiorate temperature vicine ai 30°C. Un andamento climatico che ha decisamente accelerato le fasi fenologiche della vite decretando, a partire dalla seconda decade di maggio, l’inizio della fioritura e recuperando appieno le due settimane di ritardo. La fioritura e l’allegagione sono proseguite, per tutte le varietà, con ottime condizioni ambientali. Per quanto riguarda invece lo stato sanitario della vite, sia in collina che in pianura, non si sono registrati particolari problemi se non alcuni sporadici attacchi di peronospora e oidio. Il caldo record della prima decade d’agosto ha fortemente condizionato il processo di maturazione dell’uva, costringendo i vignaioli ad intervenire con abbondanti irrigazioni di soccorso ai vigneti. Questo andamento climatico, tutto sommato ottimale per la vite, ha permesso di ottenere un’uva perfettamente sana. La vendemmia è iniziata qualche giorno prima di Ferragosto, soprattutto per alcuni vigneti di prima produzione e per le nuove varietà “resistenti alle crittogame”, che si sono dimostrate particolarmente precoci. Per le uve destinate alle basi spumante, per il Pinot Grigio, Pinot Nero e alcuni cloni di Sauvignon, la vendemmia è iniziata nella seconda decade d’agosto. E' stata poi la volta delle uve di Traminer aromatico, Chardonnay, Pinot bianco, Glera e Ribolla gialla.

Emilia Romagna

Il 2018 è stato caratterizzato da una diffusa piovosità a partire da febbraio, mese in cui sono state registrate precipitazioni molto superiori alla norma (tra 100 e 200 mm). L’inizio di marzo è stato caratterizzato da un’anomala irruzione di aria gelida siberiana (Burian) con punte -8/-11°C in pianura e -12/-20°C sui rilievi. Dopo un intervallo caratterizzato da temperature miti, nella terza decade di marzo si sono registrate forti gelate tardive e le precipitazioni sono state in generale superiori alle attese. Aprile è risultato siccitoso e molto caldo, con temperature massime tra le più elevate degli ultimi decenni (25/29°C). Maggio è stato invece caratterizzato dal ritorno delle piogge. Giugno ha fatto registrare tempo variabile o lievemente instabile con frequenti precipitazioni, particolarmente nella prima metà del mese. In luglio si sono verificati diversi eventi temporaleschi, accompagnati anche da alcune grandinate che hanno creato forti danni in aree però circoscritte. Le fasi fenologiche (germogliamento, fioritura e allegagione) hanno avuto un andamento regolare. Solo in alcune zone di pianura, soprattutto romagnole, si evidenziano grappoli spargoli che potrebbero aver risentito delle basse temperature primaverili. Per quanto concerne il quadro fitosanitario, la situazione risulta difficile in diversi areali a causa dell’elevata piovosità dell’ultimo periodo, che ha creato le condizioni per lo sviluppo della peronospora, in particolar modo nelle zone di pianura delle province di Modena e Reggio-Emilia e in alcune della Romagna. Si segnala anche una recrudescenza importante del mal dell’esca. La vendemmia è iniziata in tutta la regione intorno al 20 di agosto con le uve precoci (Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay). I primi riscontri analitici indicano acidità e gradazioni più basse, tipiche di un anno di produzione abbondante. In Emilia i conferimenti delle uve di Pignoletto, Malvasia e Ancellotta sono iniziati a settembre mentre per i Lambruschi si è attesa l’ultima decade dello stesso mese. In Romagna nei primi giorni di settembre si sono staccati le uve Albane e Cagnina. Nella seconda decade dello stesso mese è stata la volta del Trebbiano, mentre per il Sangiovese, grazie ad una buona produzione e ad un evidente ritardo della maturazione fenolica, la raccolta ha avuto inizio nella seconda metà del mese di settembre. 

Toscana

L’andamento climatico dell’annata 2018 è stato caratterizzato da un inverno dinamico, con correnti settentrionali a dicembre e febbraio, zonali e miti a gennaio. Il comun denominatore che ha unito i tre mesi dello scorso inverno sono state le abbondanti precipitazioni, sia nevose che piovose, grazie alle quali si è riusciti a colmare il grave deficit idrico. La primavera ha fatto registrare temperature al di sopra della media stagionale, anch’essa è stata caratterizzata da abbondanti precipitazioni, tanto che è risultata la stagione più piovosa degli ultimi trent’anni. Il germogliamento è iniziato con una settimana in anticipo rispetto alla norma, ma ha poi registrato un rallentamento a causa dei numerosi sbalzi termici. Le condizioni di umidità hanno favorito la proliferazione di malattie fungine, in modo particolare si segnalano importanti attacchi di peronospora che hanno messo a dura prova i viticoltori toscani che, con tempismo e professionalità, sono riusciti a limitare danni più ingenti. Si evidenziano poi anche alcuni danni da ungulati e mal dell’esca. L’invaiatura è iniziata con una settimana di ritardo, ma ha avuto un andamento lineare ed omogeneo con maturazioni scalari. Nei vigneti a conduzione cordone speronato colpiti dalla gelata tardiva dello scorso anno si evidenziano produzioni inferiori. La seconda metà di agosto è stata caratterizzata da alte temperature, intervallate da diversi fenomeni temporaleschi accompagnati anche da alcune ma isolate grandinate, che hanno interessato tutta la regione. Le prime analisi delle uve hanno evidenziato una maturazione tecnologica nella norma, tanto che l’inizio della vendemmia è avvenuto nella seconda decade di agosto con la raccolta delle cultivar bianche precoci, quali Chardonnay, Pinot e Viognier. Nei primi giorni di settembre è stata la volta delle uve a bacca rossa (Merlot, Syrah). La vendemmia delle uve Vernaccia e Vermentino è iniziata il 15-20 settembre a cui è seguita la raccolta di Sangiovese, uva base per la produzione di Chianti, Chianti Classico e Brunello di Montalcino. Per quanto concerne  la qualità si prevede un’annata non omogenea, ma molto interessante con diverse punte di ottimo.

Marche

Anche nelle Marche l'inverno è stato caratterizzato da diverse perturbazioni piovose e nevose intorno a fine febbraio, che hanno rimpinguato le riserve idriche. Nel mese di marzo flussi depressionari, soprattutto atlantici, hanno provocato valori termici bassi e frequenti piogge. Al contrario, in aprile, quando a prevalere sono state le masse d’aria di natura anticiclonica, il clima è risultato molto caldo ed in gran parte secco, mentre frequenti piogge sono invece cadute nel mese di maggio. Per il quinto anno consecutivo il mese di giugno è stato più caldo rispetto alla norma con alti tassi di umidità. In seguito, fino alla metà di luglio, si sono verificati flussi più freschi dall'Atlantico, dando luogo a diverse precipitazioni e a qualche grandinata che, solo in qualche raro caso, hanno causato danni. L'estate, in generale, è stata caratterizzata da un tempo variabile e con temperature al di sopra della media, qualche volta interrotte da perturbazioni temporalesche. Tale andamento ha comunque apportato le giuste dotazioni idriche nei terreni, ponendo le basi per il regolare proseguimento delle maturazioni delle uve. Il germogliamento è stato abbondante ed omogeneo, mentre la fioritura ha fatto registrare un anticipo di circa una settimana, così come l’invaiatura dei vitigni a bacca rossa (Montepulciano e Sangiovese). Dal punto di vista fitosanitario la stagione vegetativa è stata caratterizzata da diversi attacchi di peronospora, a causa delle frequenti precipitazioni, che sono stati ben contenuti con i trattamenti preventivi. Le varietà leggermente più colpite sono risultate la Passerina e il Montepulciano. Più contenute ed isolate sono state, invece, le infezioni da Oidio. In generale si registra un anticipo sull’epoca di maturazione di 7/10 giorni. Dalla seconda decade di agosto è iniziata la vendemmia delle varietà precoci, base spumante (Pinot Nero), a cui è seguita la raccolta di varietà tipo Incrocio Bruni e Chardonnay, quindi è stata la volta del Pecorino nell’ultima decade di agosto, primi di settembre. Nella prima decade di settembre sono iniziati i conferimenti di Verdicchio e di Passerina, a metà dello stesso mese sono seguiti quelli di Sangiovese, mentre per il Montepulciano si è dovuto attendere la fine di settembre.  

Abruzzo

Il clima, a partire dall'inverno, è stato regolare con piogge abbondanti e nevicate che hanno ricostituito una buona riserva idrica nei vigneti, considerata l'annata 2017 che era stata carente di precipitazioni e con temperature al di sopra della norma. La ripresa vegetativa è iniziata con condizioni meteorologiche favorevoli. Il germogliamento ha avuto un decorso regolare ed è stato uniforme con la schiusura di tutte le gemme fertili, cosa che non si verificava da molti anni. Nel periodo compreso tra i primi di maggio, tutto giugno e parzialmente il mese di luglio si sono verificate copiose precipitazioni, quasi settimanalmente, con temperature comprese nella media stagionale. Dal punto di vista sanitario, dalla fioritura all'allegagione, il caldo estivo e le piogge hanno creato qualche problema sul controllo delle fitopatie (peronospora e oidio) che, nella maggior parte dei casi, sono state controllate, solo in pianura e a fondo valle hanno creato problemi di perdita di prodotto. La produzione si presenta, comunque, più equilibrata; infatti a parità di numero di grappoli si riscontra un peso maggiore dovuto all'ingrossamento degli acini. La raccolta delle varietà precoci (Chardonnay, Pinot grigio) è iniziata il 20 di agosto nelle zone più costiere, mentre per quelle più interne e collinari tra la fine di agosto e i primi di settembre. Per le altre uve bianche (Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino) l’inizio dei conferimenti è avvenuta dalla prima settimana di settembre. Per le varietà a bacca rossa, principalmente Sangiovese e Montepulciano, la vendemmia è cominciata a partire dall'ultima settimana di settembre per protrarsi sino agli ultimi giorni di ottobre, rientrando quindi in un’epoca più che normale. Dai primi controlli analitici effettuati sulle varietà precoci, sia l'acidità che il pH rientrano nella norma, mentre per il Montepulciano, anche se è ancora presto per esprimere un giudizio, le prospettive sono buone. 

Lazio e Umbria

I mesi di ottobre e novembre dello scorso anno si sono contraddistinti per le condizioni tipicamente autunnali, anche se la piovosità è stata scarsa nelle due regioni, nel complesso al di sotto della media. Al contrario, il mese di dicembre, ha fatto registrare precipitazioni nella norma. Le piogge dei primi mesi del 2018 hanno consentito poi il processo di ricarica delle falde, anche alla luce della scarsità di precipitazioni che ha afflitto il Lazio e l’Umbria nel 2017. L’avvio della primavera è stato caratterizzato da un frequente predominio di condizioni di tempo perturbato con nuvolosità diffusa, precipitazioni abbondanti e temperature inferiori alla media stagionale. Queste ultime hanno rallentato sensibilmente il germogliamento e le prime fasi fenologiche della vite. Il caldo di fine aprile, tuttavia, ha compensato il ritardo inziale e addirittura ha favorito un leggero anticipo del ciclo vegetativo della vite. A maggio sono riprese le precipitazioni, anche copiose, che hanno causato colature durante la fioritura influendo negativamente sulla produzione. Le piogge sono continuate anche nel mese di giugno favorendo lo sviluppo della peronospora. La stagione si è mantenuta comunque promettente, la buona escursione termica, che si è protratta fino all’inizio di agosto, ha assicurato un’eccellente maturazione fenolica delle uve rosse e la conservazione del profilo acido nelle uve bianche, garanzia di un buon potenziale qualitativo. Si registrano le immancabili grandinate sia in Umbria che nel Lazio, negli ultimi anni sempre più frequenti e diffuse rispetto al passato in cui erano più circoscritte e meno estese. Purtroppo il mese di agosto è stato costellato da violenti temporali, accompagnati da vere e proprie trombe d’aria, che hanno notevolmente danneggiato i vigneti provocando defogliazioni e lacerazioni e favorito lo sviluppo di marciume acido e botrite. La vendemmia è cominciata in media dopo Ferragosto ed ha coinvolto le varietà internazionali, precoci, a bacca bianca (Chardonnay e Sauvignon). A seguire è stata la volta delle uve bianche autoctone e con i primi Merlot. Le analisi di cantina evidenziano mosti con gradazioni leggermente al di sotto della media, interessante invece il contributo acido, aromatico e azotato. 

Campania

L’inverno è decorso mite, ma è stato caratterizzato da abbondanti precipitazioni, soprattutto in febbraio e marzo, che hanno costituito una buona riserva idrica. Dal mese di febbraio si sono registrate temperatura piuttosto rigide, con precipitazioni nevose anche a bassa quota. Marzo e aprile sono proseguiti con piogge frequenti e livelli termici al di sotto della norma, fatta eccezione dell’ultima decade di aprile dove la colonnina di mercurio ha fatto registrare valori al di sopra della media del periodo. Il germogliamento è iniziato in maniera ottimale, leggermente in ritardo rispetto all’annata precedente. I trattamenti antiparassitari, soprattutto contro virulenti attacchi di peronospora, sono stati accompagnati da continue e frequenti piogge per tutto il mese di maggio, rendendo complessa la gestione e la tempestività degli interventi. All’inizio e alla fine dello stesso mese si sono verificate due violente grandinate che hanno interessato rispettivamente l’area del Sannio e diverse zone della regione. Nel mese di giugno le piogge hanno dato un po’ di tregua, favorendo una fioritura decorsa in modo regolare ed in tempi piuttosto brevi. A seguire l’allegagione che ha costituito una produzione decisamente abbondante rispetto al 2017. Il caldo costante e l’assenza di piogge dell’ultima decade di luglio hanno poi favorito un recupero delle fasi fenologiche della vite. I tempi di raccolta rientrano nella norma. Si è iniziato con le uve per le basi spumante e i vitigni a bacca bianca nel Cilento tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre. Nell'Agroaversano, nella prima metà di settembre, è stata la volta delle uve di Asprinio e del Fiano nel Cilento. Successivamente, nel Beneventano, si è proseguito con la Falanghina, per continuare nell'Avellinese, tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre, con il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo. Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso è avvenuta nella prima decade di ottobre. L'ultima varietà ad essere vendemmiata è stata quella di Aglianico per la produzione della Docg Taurasi, nell'Avellinese, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Le condizioni in vigna, salvo limitate eccezioni, fanno ben sperare per la qualità.

Puglia

In Puglia lo scorso inverno è stato caratterizzato da un clima abbastanza mite. Le temperature di gennaio e febbraio, in linea con la media stagionale, e la bassa umidità hanno favorito le fasi vegetative della vite (germogliamento, fioritura e allegagione). Le ripetute precipitazioni, da febbraio a fine aprile, sono risultate continue e caratterizzate da frequenti fenomeni temporaleschi accompagnati da violenti acquazzoni misti a grandine che, a macchia di leopardo, si sono abbattuti su tutto il territorio. In generale, in tutta la regione, le temperature non troppo elevate hanno favorito il vigore vegetativo della vite e di conseguenza l’incremento della produzione. Con il persistere di fenomeni temporaleschi, che hanno caratterizzato in maniera importante sia la primavera che l’inizio dell’estate (soprattutto in Valle d’Itria e nel nord del Tavoliere) e anche la seconda parte di agosto (in particolare nel Salento), le date di inizio della vendemmia risultano generalmente posticipate di circa una settimana rispetto alla norma. Le prime ad essere vendemmiate sono state le uve base spumante (Chardonnay, Sauvignon e Pinot) nella prima decade di agosto. Successivamente è stato il turno delle uve bianche autoctone quali Verdeca, Fiano, Bianco d’Alessano e Bombino. Il posticipo ha riguardato anche le uve rosse tardive come Nero di Troia, Susumaniello, Aglianico e Bombino Nero. Da evidenziare poi il forte vento di scirocco che in diversi areali ha creato una rugiada che, associata alle alte temperature diurne, ha bagnato abbondantemente l'apparato fogliare provocando la formazione di malattie fungine. Inoltre i continui acquazzoni pomeridiani hanno incrementato le criticità per una ottimale maturazione fenolica. Una situazione quindi non semplice per le uve di Primitivo e Negramaro, il cui inizio di raccolta è avvenuto nella prima settimana di settembre. 

Sicilia

L’inverno e la primavera sono decorsi normalmente, mentre i mesi di giugno e luglio sono stati particolarmente ricchi di piogge con ondate di calore mai troppo intense che hanno favorito un giusto processo di maturazione impedendo severi stress idrici alle piante. Le fasi fenologiche della vite hanno avuto un processo regolare. Quest’anno il vero flagello della Sicilia, come del resto un po’ in tutta l’Italia meridionale, è stata la pioggia che ha creato non pochi problemi alla vite. Il 2018 sarà ricordato come l’annata più piovosa e umida che si sia mai registrata. Un situazione capovolta a quella del 2017, quando a farla da padrone fu il caldo e la siccità. La zona più colpita dell’Isola è stata quella occidentale e del Trapanese, dove l’umidità, le piogge record, i temporali, gli allagamenti e la grandine hanno provocato danni spesso devastanti ai vigneti. Quest’anno, praticamente, nei mesi di luglio e agosto sono mancate le giornate di scirocco che favoriscono la maturazione dell’uva, mentre un’eccessiva umidità ha facilitato, già in primavera, l’insorgere di molti focolai di peronospora e oidio. Di conseguenza, per chi non è intervenuto drasticamente con opportuni interventi di difesa ha visto compromessa, in alcuni casi anche totalmente, la propria produzione. Diversa invece la situazione nella Sicilia Orientale dove, grazie ai limitati eventi meteorologici e ai minori attacchi fungini, la qualità delle uve risulta ottima con diverse punte di eccellente, così come la quantità è decisamente superiore a quella del 2017. Qualitativamente, comunque, la situazione è alquanto eterogenea; generalmente si riscontrano livelli medio/buoni, grazie anche alle ideali escursioni termiche giorno/notte. Buono, al momento, anche l’equilibrio acidità/zuccheri come pure l’aspetto aromatico. La vendemmia è iniziata nell'ultima settimana di luglio con la raccolta delle uve Pinot grigio e Chardonnay basi spumante. Nella prima decade di agosto si sono staccati i grappoli di Sauvignon blanc, Chardonnay, Moscato bianco, nonché le uve base spumante di Catarratto e Grillo. Nella seconda metà di agosto è iniziata la raccolta del Nero d’Avola, del Merlot, dello Syrah e del Grillo, a seguire è stata la volta dello Zibibbo, del Catarratto, dell’Inzolia e del Grecanico.

Sardegna

In Sardegna l’andamento climatico, a partire dall’inverno, si è ribaltato rispetto all’anno precedente. Infatti copiose piogge e qualche discreta nevicata hanno permesso di rimpinguare gli invasi oramai quasi vuoti. L’andamento metereologico è proseguito con abbondanti piogge (in particolare nei mesi di maggio e di giugno) e caratterizzato da qualche evento grandinigeno anche nei mesi primaverili. Luglio invece è decorso regolarmente rispetto alle annate precedenti. Eventi che hanno favorito, anche in Sardegna, il diffondersi della temuta peronospora, che ha falcidiato soprattutto quelle piccole aziende viticole quasi prive di mezzi tecnici e meccanici idonei a combattere questa crittogama. La cacciata delle viti è stata omogenea per la presenza di un’ottima soluzione circolante nel suolo. Ad oggi i vigneti non stanno patendo nessun stress idrico, anzi si presentano con una vegetazione rigogliosa e lussureggiante, tanto che si è dovuto intervenire per gestire al meglio l’eccesso della chioma. L’invaiatura è iniziata nella terza decade di luglio facendo registrare un leggero ritardo rispetto allo scorso anno. L’epoca di vendemmia quest’anno risulta nella norma. I primi grappoli sono stati staccati dopo il 10 agosto e hanno riguardato le uve base spumante (Chardonnay e Pinot), per poi proseguire nell’ultima decade di agosto con le uve bianche autoctone coltivate a livello del mare, in primis Vermentino e Torbato. Nella prima decade di settembre è stata la volta delle uve Nuragus a cui sono seguite le varietà a bacca rossa. Nell’ultima decade di settembre sono iniziati i conferimenti di Cannonau e Carignano. La raccolta si è conclusa con le uve Malvasia e Nasco per vini da dessert. 

I contenuti sulle singole Regioni sono fonte di Assoenologi.

 

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