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I negoziati tra Unione Europea e Australia per un accordo di libero scambio rischiano di trovare un inciampo sul Prosecco. Recentemente una delegazione di produttori di vino della King Valley di Victoria ha incontrato i membri del Parlamento australiano a Canberra al fine di rafforzare la propria campagna per mantenere l'accesso al nome Prosecco.

L'accordo di libero scambio potrebbe infatti avere un impatto su chi potrà utilizzare il termine Prosecco per i vini spumanti sul mercato australiano. Secondo quanto riporta il sito Decanter un portavoce del Dipartimento australiano per gli Affari Esteri e il Commercio ha dichiarato al Sydney Morning Herald che i negoziatori dell'UE volevano aggiungere il Prosecco a un elenco di Indicazioni Geografiche (IG) protette da un accordo sul vino preesistente tra le due parti.

Il Prosecco come noto è un'IG protetta nell'UE e il Consorzio Prosecco DOC si è assicurato i diritti di marchio del nome in diversi altri Paesi.

Per i viticoltori australiani si tratta di una questione annosa: essi sottolineano come il Prosecco esistesse come nome di varietà d'uva prima che l'Italia creasse la zona Prosecco DOC nel 2009 e ottenesse quindi lo status di IG. "È importante proteggere l'accesso al nome Prosecco, poiché quando abbiamo piantato i nostri vigneti alla fine degli anni Novanta e all'inizio degli anni Duemila qui in Australia, il vitigno che abbiamo piantato era il Prosecco", ha dichiarato Natalie Pizzini, dell'azienda familiare Pizzini Wines nella King Valley di Victoria.

Secondo Pizzini i produttori australiani hanno investito molti milioni di dollari in questo vitigno e la produzione vale oggi 200 milioni di dollari di vendite annuali a livello nazionale, il rebranding "richiederebbe altri milioni di dollari di investimenti".

Il Consorzio del Prosecco DOC ha dichiarato che la tutela dei diritti di marchio è una missione centrale, sottolineando la forte reputazione della DOC presso i consumatori. Recentemente ha festeggiato lo status di marchio protetto in Nuova Zelanda, in seguito all'accordo commerciale con l'UE, e ha ottenuto la registrazione del marchio in Cina.

Alessandra Zuccato, responsabile delle attività di tutela del marchio del Consorzio, ha commentato così  l'accordo neozelandese in agosto: "Questa tutela è particolarmente significativa, dato che un Paese così distante da noi riconosce la nostra Denominazione di Origine e inibisce, dopo cinque anni dall'attuazione di questo accordo, il commercio del "Prosecco australiano", che vede nella Nuova Zelanda la sua prima destinazione in termini di esportazione".

Foto Unsplash

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