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E’ stata presentata presso il Senato della Repubblica, Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani l’indagine “Venduti ai minori” promossa dal Moige – Movimento Italiano Genitori - sul fenomeno della vendita, ai minori dei prodotti vietati o inadatti come l’alcol, il tabacco, la cannabis, i giochi d’azzardo, la pornografia e videogiochi 18+. 

L’incontro si è aperto con la lettura della lettera a firma della Presidente dell’Autorità Garante per l’Infanzia, Filomena Albano. E’ stata evidenziata la delicatezza e l’importanza del tema della tutela dei minori in un’ottica volta a promuovere e rafforzare le loro competenze sociali e relazioni. Rilevante anche il ruolo degli adulti nel loro compito di vigilanza e sostegno.

E’ seguito l’intervento della Senatrice Licia Ronzulli, Presidente della Commissione interparlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, che ha sottolineato l’impegno verso un’azione ancora più miratadel legislatore per stabilire un unico approccio normativo che ponga al centro il minore. Inoltre, occorre implementare il sistema dei controlli su coloro che non rispettano i divieti imposti dalla legge e che di fatto mettono a rischio la salute dei minori.

Il Direttore Generale del Moige Antonio Affinita ha illustrato gli esiti della ricerca, curata dal Prof. Cantelmi dell’Università europea di Roma, che ha coinvolto un campione di 1.388 minori tra gli 11 e i 17 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con un’età media di 14 anni e una collocazione geografica così ripartita: 30% dal Centro Italia, 21% dal Nord Italia, 49% dal Sud Italia.

Il dato più allarmante che è emerso riguarda gli adulti che non verificano che i minori rispettino i divieti o, peggio, come nel caso dei venditori non rispettano i divieti di vendita ai minori. Il mondo digitale e la facilità di accesso tramite internet a tante situazioni vietate o sconsigliate rende ancora più complesso il controllo, di fatto si indebolisce la capacità degli adulti di gestire questi strumenti.

Paolo Messa, Consigliere Centro Studi americani, ha condiviso alcuni elementi per effettuare un paragone con gli Stati Uniti, avendo a mente le differenze tra i due paesi. Negli Usa vivono 42 milioni di adolescenti nella fascia 10-19 anni con una composizione etnica variegata e situazioni socio economiche differenti. L’amministrazione Trump ha mostrato grande attenzione al problema del tabagismo, all’abuso di alcol (che negli ultimi anni è diminuito) e al gioco d’azzardo: su quest’ultimo in alcuni Stati federali si è avviata un’azione ingente di contrasto al fenomeno.

Saverio Sgroi, educatore attivo nelle scuole, ha focalizzato il suo intervento sul libero accesso da parte dei minori a immagini pornografiche e sugli effetti che provocano a livello emotivo e relazionale.

Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol-Iss, ha spiegato gli effetti nocivi dell’alcol e delle droghe sui minori e ha evidenziato il valore imprescindibile di tutelare e proteggere i minori da comportamenti rischiosi e nocivi.

Mario Morcellini, Commissario dell’Autorità Garante per la Comunicazione, ha ricordato il ruolo dell’autoregolamentazione, ma allo stesso tempo ha evidenziato come la comunicazione viaggi sempre più velocemente con un grado di accelerazione difficile da seguire. La scuola e la famiglia devono adattarsi a questi nuovi linguaggi. Alla politica ha invece chiesto di aggiornare le normative perché le autorità indipendenti non sono messe in condizione di esercitare il proprio ruolo, soprattutto nell’ambito del mondo digitale che è quello più frequentato dai minori.

Ottavio Cagiano de Azevedo, Direttore Generale di Federvini, ha incentrato il suo intervento sull’importanza dei dati che sono emersi e sull’impegno che certamente devono suscitare e ha evidenziato l'attenzione che i produttori, già pongono, nel non coinvolgere i minori e nell'evitare ogni loro consumo. La novità più rilevante che ha colto nella presentazione della ricerca e degli interventi riguarda l’ambiente scolastico e familiare che non hanno più il ruolo di una volta, essendoci un nuovo mondo digitale senza confini, difficile da gestire e controllare.

Mario Antonelli, Vicepresidente Federazione Italiana Tabaccai – Fit ha illustrato l’impegno della Federazione nella formazione e nell’informazione e ha ricordato le sanzioni cui sono soggetti i tabaccai in caso di inosservanza dei divieti di vendita.

Corrado Luca Bianca, Coordinatore nazionale Fiepet-Confesercenti ha sottolineato l’importanza di promuovere campagne rivolte ai giovani che nella fase dell’adolescenza tendono a trasgredire nei comportamenti, senza cadere nei proibizionismi che alimentano di fatto questi atteggiamenti.

Nel chiudere i lavori e nel ringraziare le istituzioni presenti e i relatori, Antonio Affinita ha confermato l'attenzione del Moige su questa materia, raccomandando al contempo l'impegno di tutti per l’effettiva tutela dell’infanzia e della adolescenza.

I PRINCIPALI RISULTATI DELLA RICERCA 

Venduti ai Minori: la complicità dei venditori nelle cattive abitudini dei nostri figli

Pub, discoteche e bar (64%), sono il principale accesso all’alcol dei nostri figli, mentre il 65% dei rivenditori non ha controllato la loro età. Gravissimo il dato che segnala che quasi la metà (48%) dei venditori di alcolici continua a somministrare alcol, nonostante lo stato di ubriacatura del minorenne. Il 40% del tabacco ai minori viene venduto nelle tabaccherie, mentre il 15% dichiara di avere accesso ai distributori automatici che vendono senza chiedere tessera. Mentre nei negozi che vendono la sigaretta elettronica, il 78% ha venduto ricarica di nicotina al minore, senza verifica età. In 7 cannabis shop su 10 erano assenti indicazioni relativamente all’uso del prodotto da collezione non adatto alla combustione e in ben il 68% dei rivenditori (quasi 7 su 10) dei cannabis shop hanno venduto il prodotto nonostante fossero minorenni. Rispetto al gioco d’azzardo, al 62% dei minori non è stato mai chiesto il documento per verificare l’età ed in un caso su due il rivenditore non si è rifiutato di farlo giocare d’azzardo. Oltre 3 minori su 4 non hanno alcun filtro parental control sui propri device per impedire l’accesso ai siti porno. Solo il 15% dei rivenditori di connessione hanno avvertito del rischio pornografia utilizzando i device con le loro connessioni. Ben il 56% dei rivenditori dei videogiochi vende ai minori dei videogiochi 18+ cioè con contenuti violenti o volgari. 

Obiettivo della ricerca è stato quello di conoscere il fenomeno della vendita, da parte degli adulti, ai minori dei prodotti vietati dalla legge come Alcol, Tabacco, Cannabis, Giochi d’azzardo, Pornografia ed autoregolamentati come i Videogiochi ​18+. "L’indagine del Moige apre uno squarcio molto ampio e decisamente preoccupante ed evidenzia la necessità di agire con urgenza per la tutela dei minori, rilanciando anche il tema dei controlli. Occorrono interventi normativi più stringenti verso chi compie atti così miserabili verso un minore. Come Presidente di Commissione intendo, quindi, garantire un concreto e vigile supporto alle iniziative parlamentari nella individuazione di regole efficaci e inderogabili, per ricordarci che la tutela dei minori non è un optional per un Paese come l’Italia che deve ripartire puntando sui più piccoli: il senso stesso della vita futura", ha affermato la Sen. ​Licia Ronzulli​, Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. "Sono dati molto gravi e preoccupanti che fanno emergere un grande pericolo per la tutela dei nostri figli. Occorre ripensare e ridefinire il sistema di sanzioni, controlli e formazione. L’impegno a proteggere i minori non può essere confinato solo in famiglia, ma riguarda tutti coloro che producono tali prodotti nocivi ai minori, che devono attivarsi fattivamente per garantire che non vadano a finire nelle mani dei nostri figli", ha dichiarato ​Antonio Affinita​, direttore generale del Moige - Movimento Italiano Genitori.

L’indagine, curata prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma, insieme al suo team, riguarda un campione di ricerca di ​1.388 minori tra gli 11 e i 17 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con un’età media di 14 anni. Rispetto alla collocazione geografica: 30% dal Centro Italia, 21% dal Nord Italia, 49% dal Sud Italia.

ACCESSO ALL’ALCOL. I minorenni acquistano alcolici, principalmente, in pub o discoteche (41,5%) o nei bar (23%), al supermercato (18,5%), al ristorante (7%) o all’alimentari (2,4%). Da parte dei rivenditori non emerge una particolare attenzione al rispetto della normativa di tutela dei minori considerando che solo il 14% del campione ha visto il cartello di divieto di vendita nei locali; mentre il 33% non lo ha visto in nessun locale e il 15% solo in alcuni. Ma appare molto più preoccupante che circa 2 volte su 3 (65% dei casi) nessuno ha controllato l’età al momento dell’acquisto della bevanda alcolica e nel 38% dei casi, nonostante sia stata verificata la minore età dell’acquirente, gli esercenti non si sono rifiutati di vendere le bevande alcoliche. Inoltre, ancora più grave, nel 48% dei casi i venditori hanno continuato a vendere alcolici nonostante il visibile stato di ubriachezza degli under 18.

L’ACCESSO AL FUMO. ​L’accesso dei minori al fumo avviene attraverso le tabaccherie (51%) oppure sostengono di non acquistarle direttamente, ma di prenderle dagli amici (40%); Il 5% acquistano dai distributori automatici, mentre il 4% nei bar. Considerando invece l’acquisto presso i distributori automatici, il nostro campione sostiene di aver aggirato il problema della verifica dell’età tramite tessera sanitaria chiedendo ad un amico più grande (66%) o utilizzando la tessera di un genitore o un fratello (19%). Un preoccupante dato il 15% dichiara, infine, che la verifica non era attiva, configurando quindi il macchinario come illegale. Anche nell’accesso al fumo di sigaretta vediamo che nel 63% dei casi non è stato controllato il documento di identità oppure che è stato controllato sporadicamente (34%); Stesso copione anche per quanta riguarda la sigaretta elettronica, i giovani dichiarano che nel 78% dei casi non è stato chiesto loro un documento prima dell’acquisto e che 3 volte su 4 il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni. 

L’ACCESSO DEI MINORI ALLA CANNABIS LIGHT. ​Il campione intervistato riconosce come serie e permanenti le conseguenze del consumo di cannabis (68,1%) tuttavia non è da sottostimare il dato che il 7,5% dei minori ritiene che la cannabis non abbia nessun tipo di effetto sulla salute e sullo sviluppo. Per quanto riguarda la cannabis ‘’light’’ i ragazzi, tuttavia, non conoscono la norma che ne regolarizza la vendita e l’utilizzo, tant’è che solo il 27% di loro sa che è un prodotto tecnico e da collezione, non adatto alla combustione (quindi ad essere fumata) e vietato ai minori di 18 anni. Gli altri rispondono che è legale e si può fumare (27%) o che è sempre illegale (26%). Come per la cannabis, moltissimi (20%) rispondono che è legale su prescrizione medica; ancora una volta, probabilmente, le informazioni veicolate dai media tendono a confondere i giovani. Dai dati risulta che all’interno dei negozi che vendono canapa “legalizzata/light”: nel 30% dei casi non erano presenti cartelli di divieto di vendita ai minorenni e il 35% dichiara di non averci fatto caso (quindi non esposti in luogo visibile). Solo il 21% degli intervistati li ha visti in alcuni negozi e il 14% dichiara di averli visti sempre. Inoltre: il 69,6% degli intervistati dichiara l’assenza di cartelli per spiegare il corretto utilizzo della sostanza; solo il 3,1% di loro dice di averli visti sempre. Nel 72,2% delle risposte i ragazzi dicono che non è stato chiesto loro un documento prima dell’acquisto della sostanza; il 19,5% di loro dichiara che gli è stato chiesto almeno una volta e solo l’8,3% che è stato fatto sempre. Infine, il campione afferma che nel 68% dei casi il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni. 

L’ACCESSO DEI MINORI AL GIOCO CON VINCITA IN DENARO. ​L’83% dei ragazzi intervistati conosce correttamente la norma che vieta il gioco con vincita in denaro ai minori di 18 anni, nonostante tra i minorenni che praticano il gioco d’azzardo solo il 38% ha visto il cartello relativo al divieto mentre il 62% non lo ha visto sempre o non ci ha fatto caso; anche in questo ambito, appare evidente la complicità degli adulti considerando che il 62% degli intervistati ha risposto che non è stato chiesto un documento per verificare l’età e, nel 54%, dei casi, anche qualora sia stata verificata la loro minore età, i rivenditori non si sono rifiutati di farli giocare; Sono le scommesse la principale azione di gioco d’azzardo che praticano i minori, che sono privilegiate nel 58% delle scelte dei minori. Anche rispetto al gioco d’azzardo on line, pare che i controlli non siano efficaci a fermare i ragazzi: il 50% dei giocatori dice di essere riuscita ad aggirare il controllo dell’età. Un dato interessante emerge dalla domanda su come hanno conosciuto il gioco d’azzardo: il 45% del campione dice infatti di aver visto una pubblicità in tv. 

L’ACCESSO DEI MINORI AI CONTENUTI PORNOGRAFICI. ​Per l’accesso ai contenuti pornografici i ragazzi utilizzano principalmente smartphone (59,3%), tablet (14,1%), e pc collegato ad Internet (8,4%). È dunque, secondo il campione, attraverso Internet che hanno la possibilità di trovare materiale pornografico. Il 76% dei minorenni partecipanti all’indagine dice di non avere alcun filtro parental control sui propri device, o di essere riuscito ad eliminarlo (6,3%). Rispetto a come si procurano il materiale pornografico il 95% di loro dice di non comprarlo ma di cercarlo gratuitamente navigando on line dai propri device. I pochissimi che lo acquistano, il 38,2% lo fa su internet; gli altri lo comprano presso attività commerciali (26,5%), sulle bancarelle (16,2%) o sulla pay tv (10,3%). Sia per quanto riguarda la vendita fisica (59,2%) che la visione on line (78,8%) di materiale pornografico i ragazzi del campione affermano che non c’è stata verifica dell’età; addirittura presso i rivenditori fisici per il 56,3% di loro, non è stato un problema acquistare materiale pornografico, nonostante avessero accertato la minore età. Ancora una volta Internet si conferma come un mezzo per trasgredire facilmente.

L’ACCESSO DEI MINORI AI VIDEOGIOCHI 18+. ​Per quanto riguarda la dimensione della percezione del rischio e delle conseguenze, a breve e lungo termine, dell’utilizzo di videogiochi con contenuti violenti o volgari, ​il campione intervistato sottostima i rischi e, infatti, il 33,6% ritiene che non vi sia alcun rischio mentre il 42,3% che ce ne siano pochi; ​tra i minori che giocano è abbastanza diffuso il fenomeno del gioco on line e, infatti, spesso i ragazzi utilizzano la connessione on line per giocare con amici (26,8%) o con sconosciuti (4,8%). Quando abbiamo chiesto ai ragazzi se avessero mai giocato a giochi con contenuti volgari o violenti il 49,6% dice di averlo fatto; interessante leggere che il 16% di loro “non sa rispondere, perché non ci ha fatto caso”. Sembrerebbe che i giovani non prestino attenzione ai livelli di violenza o volgarità presenti nei loro videogiochi e, allo stesso tempo, che non siano guidati a comprendere i rischi che corrono. ​Solitamente i ragazzi acquistano videogiochi non adatti ai minori in negozio (56,2%), o li fanno comprare ai genitori (9,9%). Secondo il campione in questi negozi non è presente alcun avviso informativo sul prestare attenzione all’età minima consigliata (26%) o non hanno fatto caso alla presenza di quest’ultimo (19%), né il rivenditore glielo ha fatto notare (65%). Anche rispetto alle piattaforme on line, i ragazzi riferiscono di non aver visto avvisi (34%) o di averli visti solo poche volte (34%). 

Documento integrale dell'indagine e la relativa sintesi si possono scaricare su: www.moige.it/progetto/venduti-ai-minori

 

 

 

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