Rinasce oggi il 'vino di Leonardo', realizzato secondo le indicazioni che il Genio mise a punto cinquecento anni fa e oggi 'tradotte' in moderne tecniche di vitienologiche. Anche il vino, insieme ad arte, scienza, architettura era infatti tra le sue passioni, al punto da studiarne, già allora, la produzione, come racconta una lettera del 1515, al fattore del suo 'Podere di Fiesole'.
Quasi un trattato viticolo ed enologico, spiega in una nota il sito Winenews, dove Leonardo, enoappassionato ante litteram, indica aspetti oggi dati per certi ma all'epoca pionieristici, come l'ottimizzazione della qualità dell'uva, la concimazione della vite con sostanze basiche e la vinificazione in botti chiuse. Indicazioni assunte come linee guida dallo staff tecnico, agronomico ed enologico della cantina Leonardo da Vinci Spa per la definizione di un metodo che, grazie all'utilizzo delle moderne tecniche, permetta di realizzare l'obiettivo di Leonardo: ottenere prima uve e poi vini di eccellente qualità.
Ovvero, il 'Metodo Leonardo', un capitolato viticolo ed enologico, esclusivo e segreto, messo a punto con il supporto di un comitato scientifico di enologi e studiosi, come l'esperto Alessandro Vezzosi, per l'indagine storico-culturale, e Luca Maroni, analista sensoriale che ha saputo tradurre le indicazioni di Leonardo nelle tecniche odierne. Dal Metodo Leonardo nasce una linea di vini dedicata al grande genio nato da un lavoro di ricerca partito anni fa e ripreso nel 2017, per arrivare alla sua presentazione al pubblico in occasione dell'anno Leonardiano per il 500mo dalla morte.
La vigna di Leonardo a Milano
A Milano invece è stata localizzata la vera vigna di Leonardo. Grazie alla ricerca e agli studi sulla vita di Leonardo da Vinci condotti da Luca Maroni è stato possibile individuare il luogo esatto ove sorgeva il vigneto donato da Ludovico il Moro al celebre artista. La vigna, sopravvissuta integra all’interno del giardino privato della Casa degli Atellani di Milano sino al 1943, fu in quell’anno accidentalmente distrutta da un incendio. A seguito di scavi eseguiti all’interno del giardino della Casa degli Atellani in collaborazione con il professor Attilio Scienza e la genetista Serena Imazio dell’Università degli Studi di Milano, si sono rinvenuti frammenti di radice di Vitis Vinifera non completamente morti, appartenenti alla originale vigna leonardesca. Ciò ha consentito l’identificazione della varietà originale coltivata nella vigna di Leonardo e il successivo reperimento di piante identiche a quelle native fra le attualmente viventi. Così la vigna oggi può essere re-impiantata dello stesso tipo, nello stesso sito e nella stessa filologica disposizione di quella del genio vinciano.
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