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21 Ottobre 2025

CSC: si attenua l’incertezza globale, ma dazi e dollaro svalutato riducono la competitività

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di Federvini | in 
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Come rivelano i dati che emergono dalla Congiuntura Flash di Confindustria, la recente distensione tra Israele e Palestina e il calo del prezzo del petrolio hanno contribuito a ridurre le incertezze sui mercati internazionali, ma l’economia italiana continua a mostrare andamenti contrastanti. Gli investimenti restano in crescita, mentre l’industria fatica e i servizi procedono con ritmi deboli. A pesare sono soprattutto i dazi statunitensi e la svalutazione del dollaro, che riducono la competitività dell’export, mentre il risparmio precauzionale limita i consumi interni. Lo certifica il consueto rapporto del Centro Studi Confindustria.

Sul fronte energetico, il gas europeo si mantiene stabile a 32 euro/MWh, più del doppio rispetto al 2019, mentre il petrolio è tornato ai livelli pre-pandemia. Nell’Eurozona l’inflazione resta contenuta e la politica monetaria della BCE rimane invariata. Negli Stati Uniti, invece, la banca centrale ha ripreso i tagli dei tassi, contribuendo all’indebolimento del dollaro. La manovra economica italiana, pari a circa 18 miliardi per il 2026, punta su Irpef, sanità, investimenti e famiglia, ma non avrà effetti diretti sul PIL. La fiducia degli investitori cresce, sostenuta anche dal minor costo del credito. Dopo un’estate negativa, l’industria mostra segnali di stabilizzazione. L’export resta il nodo più critico, mentre nell’Eurozona pesa il calo della manifattura tedesca. Negli USA la crescita rallenta, mentre in Cina l’export sostiene l’economia nonostante le tensioni commerciali.

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L’introduzione del nuovo regime tariffario tra Unione Europea e Stati Uniti sta incidendo in modo significativo sulle esportazioni italiane. L’accordo prevede tariffe azzerate sugli acquisti europei di prodotti industriali statunitensi, ma impone dazi del 15% su gran parte delle importazioni USA dall’UE, incluse auto, semiconduttori e farmaci non generici. Le nuove tariffe, unite alla forza dell’euro, hanno già avuto effetti visibili: le importazioni statunitensi dall’UE sono diminuite dell’8,7% annuo tra giugno e luglio. L’export italiano verso gli USA è crollato del 21,1% in agosto, contribuendo al calo complessivo extra-UE. Secondo stime, i dazi potrebbero ridurre le vendite italiane negli Stati Uniti di circa 16,5 miliardi di euro nel medio periodo, con impatti rilevanti sui settori manifatturieri e sulle catene produttive europee.

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Photo credit: Freepik

Source: Centro Studi Confindustria  

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