Si colma così un vuoto legislativo che perdurava da decenni, a fronte di una disciplina europea che fino ad oggi contemplava soltanto l’aceto di vino (reg. UE 1308/2013), lasciando privo di definizione l’intero settore. La definizione unionale di aceto permetterà non solo di valorizzare la materia prima agricola, scongiurando l’impiego di acido acetico di sintesi, ma di garantire al consumatore una chiara informazione sulle denominazioni di vendita.
Il risultato è frutto di un lavoro di squadra che ha visto come primi firmatari degli emendamentil’On. Stefano Bonaccini e l’On. De Meo e che ha potuto contare sul sostegno dei coordinatori politici dei principali gruppi del Parlamento europeo in Commissione agricoltura, l’On. Dario Nardella (S&D), On. Carlo Fidanza (ECR), On. Herbert Dorfmann (PPE) e On. Raffaele Stancanelli (PfE).
“L’esito positivo del voto di oggi rappresenta un passo storico per il futuro del settore degli aceti, che finalmente potrà vedere riconosciuto il valore di una definizione armonizzata a livello europeoper un settore che vale, solo in Italia, oltre un miliardo di fatturato al consumo, di cui il 92% realizzato in volume sui mercati internazionali. Si va in questo modo nella direzione di colmare un lungo vulnus legislativo che caratterizzava il mondo dell’aceto nella disciplina europea, consentendo di raggiungere l’obiettivo di una definizione chiara di aceto, accompagnata da regole sulle denominazioni di vendita volte a preservarne l’origine agricola e a garantire una corretta informazione al consumatore - ha dichiarato Sabrina Federzoni, Presidente del Gruppo Aceti di Federvini –Ringraziamo tutti i sostenitori per essersi fatti promotori di questa iniziativa e i coordinatori politici che hanno dimostrato sensibilità e attenzione verso una filiera che esprime un forte impatto economico, culturale e occupazionale. Federvini continuerà a seguire con la massima attenzione le prossime fasi del percorso legislativo, a partire dal trilogo con Commissione europea e Consiglio, affinché questa definizione venga definitivamente recepita nei regolamenti UE”.
L’approvazione in Commissione COMAGRI costituisce dunque il primo tassello di un percorso legislativo che dovrà ora proseguire attraverso il negoziato interistituzionale, ma rappresenta già oggi un importante segnale di attenzione al settore.