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Il settore agroalimentare si conferma un pilastro dell'economia italiana, com’è stato ribadito alla presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura Italiana del 2022, alla quale è intervenuto Mario Pezzotti, commissario straordinario del Crea: "Conoscere, comprendere e interpretare, attraverso la ricerca, i processi evolutivi in agricoltura è indispensabile per supportare la sostenibilità e la competitività non solo del nostro agroalimentare, ma dell’intero Sistema Paese. E, in questo senso, l’Annuario del Crea ne è senz’altro la sua migliore rappresentazione”.

Il comparto genera un fatturato di circa 621 miliardi di euro, corrispondente al 15% del totale nazionale. La performance positiva proviene dall'agricoltura, dall'industria alimentare e delle bevande, quest'ultima contribuente al 40% del totale. L’analisi regionale rivela differenze significative: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono responsabili del 42% del valore totale, seguite da Campania, Lazio e Piemonte con il 22%. Il comparto agroalimentare rappresenta il 60% della bioeconomia, contribuendo all'11% della produzione nazionale.

Le dinamiche di scambio internazionale nel 2022 hanno raggiunto nuovi picchi, con importazioni a quasi 63 miliardi di euro (+29,3%) ed esportazioni vicine ai 60 miliardi di euro (+16%). Le Regioni settentrionali dominano i flussi, coprendo oltre il 70% del totale, mentre il Sud contribuisce solo al 16% delle importazioni e all'18,6% delle esportazioni.

L'agricoltura mostra una crescente diversificazione per quanto concerne il 6% delle aziende italiane, il doppio se gestite da giovani agricoltori. Nonostante le sfide climatiche, il settore agricolo contribuisce alla produzione di energia rinnovabile, con una riduzione delle emissioni del 2,7% rispetto al 2021. La spesa pubblica per l'agricoltura si attesta sui 12 miliardi di euro, rappresentando il 34% del valore aggiunto settoriale nel triennio 2020-2022, con oltre due terzi provenienti dall'Ue.

Inoltre, l'analisi a medio-lungo termine evidenzia le sfide agro-meteo-climatiche in Italia, come l'aumento delle temperature, impatti sulle colture e lo stress da caldo per gli animali da allevamento.

"Il quadro che l’Annuario ci restituisce pone l’accento sui temi della sostenibilità, ma anche della capacità del settore di trovare nuove strade di eccellenza per primeggiare sullo scenario internazionale. Non tutto il nostro Paese, tuttavia, viaggia alla stessa velocità e le differenze regionali mostrano le debolezze di alcuni sistemi produttivi su cui le politiche di sostegno dovrebbero focalizzare l’attenzione" ha sottolineato Alessandra Pesce, direttrice del Crea Politiche e Bioeconomia. 

 

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