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La Commissione europea "ha ricevuto dodici opposizioni" alla domanda di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek. Lo ha annunciato Helena Dalli, Commissaria Ue all'Uguaglianza, intervenendo nel dibattito parlamentare promosso dall'interpellanza dell'eurodeputata Mara Bizzotto (Lega) sul futuro del sistema Dop/Igp alla luce del caso Prosek. "Come prevedono le regole - ha aggiunto Dalli, che sostituiva il commissario competente Janusz Wojciechowski - le opposizioni ammissibili saranno inviate alla Croazia per osservazioni", quindi "tutte le risposte della Croazia saranno comunicate all'Italia". "Dopo questo scambio, sulla base delle norme Ue e della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, la Commissione prenderà la sua decisione per tutelare o respingere la domanda della Croazia".

"Non possiamo consentire che la Commissione europea permetta di utilizzare la denominazione protetta 'Prosecco' per promuovere un altro vino". Così Paolo De Castro (eurodeputato PD) e Herbert Dorfmann (eurodeputato SVP) da Strasburgo, dove durante la sessione plenaria la Commissione europea è stata chiamata a chiarire sul punto.
“Ormai sono mesi che chiediamo alla Commissione di bloccare il riconoscimento della menzione tradizionale croata 'Prosěk”- sottolineano De Castro e Dorfmann - si tratta di un chiaro intento di utilizzare una denominazione che mette sul mercato 600 milioni di bottiglie l’anno per vendere un prodotto totalmente diverso. Da parte nostra non abbiamo nulla in contrario che la Croazia registri un proprio prodotto, ma non deve essere una mera traduzione di un prodotto già sul mercato".
“Siamo confortati che l’Italia si sia subito opposta a questo tentativo e ribadiamo quanto già espresso dalla Commissione europea: si rigetti subito questa richiesta che rischia tra le altre cose di minare la credibilità delle denominazioni europee sui mercati europei e mondiali. Come potremo altrimenti difenderci dall’Italian sounding ovvero le imitazioni dei prodotti italiani nel mondo se non riusciamo a farlo sul mercato europeo?” concludono gli europarlamentari De Castro e Dorfmann.

"Se l'Europa cedesse alle richieste croate sulla denominazione Prosek, creerebbe un precedente pericolosissimo per tutti gli altri prodotti tipici - commenta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia -. E' imbarazzante pensare che la Ue possa autorizzare il termine Prosek, che storicamente identifica la nostra produzione. Ci sono moltissimi motivi per dire no. L'Europa chiuda velocemente questa partita e rigetti le richieste croate. Quello che sta accadendo è scandaloso".

"Tra i tanti motivi di un no secco al Prosek - aggiunge Zaia - c'è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand'ero Ministro, riconosciuto dall'Europa, e c'è il pronunciamento dell'Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene".

 

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