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Più di 160 membri del Congresso Usa hanno scritto al rappresentante per il commercio degli Stati Uniti (USTR) Robert Lighthizer chiedendo di rimuovere i dazi del 25% su vino e alcolici dell'Unione europea imposti da ottobre 2019 a seguito della vertenza commerciale Boeing-Airbus. Secondo i politici americani la norma decisa come rappresaglia per i sussidi dell'Unione europea al produttore di aeromobili Airbus ha un impatto boomerang sull’industria dell’ospitalità, già in forte difficoltà per la pandemia di coronavirus.

La lettera è stata inviata alla vigilia del nuovo “carosello”, cioè la revisione della lista di prodotti sottoposti al dazio maggiorato, che potrebbe essere ulteriormente espansa includendo nuove voci doganali.

"Siamo particolarmente preoccupati che la situazione economica nel nostro paese sia cambiata drasticamente da quando sono stati imposti dazi aggiuntivi nell'ottobre 2019 - si legge nella missiva -. Decine di milioni di americani sono ora senza lavoro e le imprese in tutta l'America sono state colpite. Riteniamo che sia possibile mantenere la massima pressione sull'Ue per rimuovere i sussidi, evitando il più possibile danni ai lavoratori americani, ai consumatori e alle piccole imprese".

La pandemia ha colpito fortemente il settore dell’ospitalità, bar e ristoranti, costretti a rimanere chiusi o ad operare con posti limitati. I dazi incidono su margini di profitto già ridotti per commercianti, ristoranti, distributori e produttori.

Wine & Spirits Wholesalers of America (WSWA), che rappresenta l'industria del vino, ha apprezzato l’iniziativa dei congressisti. Se gli attuali livelli tariffari persistono, l'industria statunitense degli alcolici rischia di perdere più di 92.000 posti di lavoro e quasi 3,8 miliardi di dollari in salari, con un costo per l'economia statunitense di 11 miliardi di dollari nel 2020, secondo quanto stimato da un recente studio della WSWA.

Il Distilled Spirits Council degli Stati Uniti (DISCUS) ha annunciato a febbraio che le esportazioni di whisky americano nell'Unione europea sono diminuite del 27% nel 2019 a causa delle tariffe di ritorsione. L'UE è il più grande mercato di esportazione dell'industria degli alcolici statunitense. A livello globale, le esportazioni di whisky americano sono diminuite del 16% nel 2019.

Prima del “carosello” ha avuto luogo il consueto appello dell’USTR per ricevere commenti sulla revisione della lista di prodotti soggetti ai dazi e sull’eventualità di un aumento dei dazi al 100%. Sono stati ricevuti 9.700 commenti, in larga parte contrari al proseguimento della disputa con le armi tariffarie.

Il 27 luglio, in rappresentanza delle industrie statunitense ed europea degli alcolici, 17 associazioni hanno presentato commenti contrari all'aumento tariffario proposto dal governo degli Stati Uniti (fino al 100%) su alcolici distillati, vino e birra importati dall'Ue e dal Regno Unito.

Il comunicato congiunto è stato rilasciato da: Distilled Spirits Council of the United States, spiritsEUROPE, Scotch Whisky Association, American Beverage Licensees, National Retail Federation, American Craft Spirits Association, American Distilled Spirits Alliance, National Council of Chain Restaurants, Kentucky Distillers 'Association, Associazione nazionale degli importatori di bevande, Associazione nazionale dei ristoranti, US Wine & Trade Alliance, WineAmerica, Wine Institute, Wine and Spirits Shippers Association, National Association of Wine Retailers e Wines & Spirits Wholesalers of America (WSWA).

Il vicepresidente senior della WSWA per le comunicazioni e il marketing, Michael Bilello, ha dichiarato alla rivista Forbes che questo passo è importante e incoraggiante nella giusta direzione per porre fine alle tariffe di ritorsione punitive sul vino e sugli alcolici dell’UE. È più importante che mai assicurarsi che l'USTR sappia quanto sono stati dannosi questi dazi, soprattutto se combinati con gli effetti devastanti del COVID-19 sul settore dell'ospitalità. La WSWA non smetterà di combattere fino all’eliminazione completa dei dazi aggiuntivi: speriamo che USTR e i nostri partner commerciali europei condividano la nostra urgenza di prendere una decisione e porre fine a questa disputa prima che infligga ulteriori danni alle imprese, ai lavoratori e ai consumatori americani".

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