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Il 2018 sarà ricordato in Veneto come l'anno record per la produzione vitivinicola, cresciuta del 48% rispetto all’anno precedente e che ha raggiunto i 16 milioni di quintali raccolti. Del resto, il vino ottenuto nel Veneto grazie all’ultima abbondante vendemmia è pari a 13.413.777 ettolitri, contro i 9,5 milioni del 2017, gli oltre 10 del 2016 e i 9,8 del 2015. I dati sono stati diffusi da Regione e Veneto Agricoltura con Avepa, nell’appuntamento tradizionale presso le Cantine Collis di Lognigo (VI), presente l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan. «Siamo ai vertici della classifica nazionale per produzione di uve, imbottigliamento e capacità di esportazione – ha spiegato Pan –. Ma non possiamo cullarci sugli allori: l’andamento climatico di questi mesi ci preoccupa, ma ancor più è la sostenibilità della viticoltura ad interrogarci». 

Pan ha reso merito ai “grandi investimenti” effettuati dai produttori, dalle cantine sociali e dai consorzi, nonché dalla Regione e dagli enti controllati, per il potenziamento e la qualificazione di un settore strategico del comparto primario, che vale il 35,5% dell’export vinicolo nazionale. E ha ricordato che in questo dato è compresa una quota dell’8,45% di nuovi impianti entrati in produzione proprio nel 2018. Ma, nel contempo, ha sollecitato il mondo dei produttori a porre al centro delle proprie attenzioni il tema della «sostenibilità presente e futura del settore vitivinicolo».

«Con 94 mila ettari di vigneti, che per il 40% si sviluppano in quota – ha proseguito l’assessore – con quasi 11 milioni di quintali (pari al 67% dell’intera produzione) dedicate a produzioni a denominazione di origine (29 Doc e 14 Docg) e oltre 3 milioni di quintali per le 10 produzioni Igt, il Veneto è uno “scrigno” di vini di grande qualità e potenzialità. Questi numeri e il fortissimo legame geografico e culturale che lega i vini veneti al territorio di produzione ci impegnano a investire ancor più in qualità, promozione ed esportazioni. Se la viticoltura veneta vuole continuare ad essere al top, deve applicare i disciplinari di qualità previsti e rispettare i quantitativi indicati».

Più in dettaglio, nel 2018 la superficie vitata nel Veneto è stata di 94.414 ettari, +8,27% rispetto al 2017, in gran parte dedicata ad uve Doc, Docg e Igt. Il Prosecco (Glera) ha una produzione di 4.696.000 di quintali (+37,4% rispetto al 2017), seguito dal Pinot Grigio “Delle Venezie” (oltre 1,7 mln di q; +28,9%), dal Conegliano-Valdobbiadene (1,278, +31,0%), e dal Valpolicella (0,971; +4.9%). Due le macro-aree del vigneto veneto: il “Sistema Prosecco”, con il Conegliano-Valdobbiadene e l’Asolo Prosecco, che ha superato i 6 milioni di quintali di uva; e il “Sistema Verona”, con il Valpolicella, Soave, Bardolino, Bianco di Custoza e Garda, che nel 2018 ha toccato i 2,32 milioni di quintali di uva. Insieme i due “sistemi” hanno prodotto 8,48 milioni di quintali di uva, ovvero la metà della produzione 2018. Relativamente ai vini imbottigliati, invece: tra le Docg ai primi tre posti il Conegliamo-Valdobbiadene (679.827 ettolitri; - 0,79%), l’Amarone (103.079 ettolitri; -7,72%) e l’Asolo (92.564 ettolitri; +15,61%). Per le Doc in testa il Prosecco (3,48 milioni di ettolitri; + 5,58%), il Soave (351 mila ettolitri; -12,51%) e il Valpolicella Ripasso (205 mila ettolitri; -1,02%).

Per quanto riguarda l'export del vino veneto (primi 9 mesi dell’anno 2018 ), la Regione si posiziona al primo posto in Italia con un valore di 1,6 miliardi di euro (+3,4% rispetto al 2017), in un contesto nazionale che vale complessivamente 4,4 miliardi di euro (+3,4%). 

La superficie vitata investita a biologico rappresenta il 5% del totale regionale (circa 4.500 ettari) e il valore è in continua crescita, ma è tuttavia inferiore alla media nazionale (16%), anche se confrontabile con quello delle principali regioni del Nord. «Quanto all’impiego di prodotti fitosanitari e a sistemi di coltura più sostenibili – ha sottolineato l'assessore –, la Regione Veneto finanzia con i fondi del Psr investimenti per sistemi e strumenti di meccanizzazione rispettosi dell’ambiente ed è impegnata a predisporre i disciplinari per la certificazione ministeriale integrata e a promuovere il sistema “Qualità Verificata”, nonché guarda con attenzione allo studio e alla sperimentazione di vitigni resistenti, cioè di colture che comportino una sensibile riduzione del numero di trattamenti annui e costituiscano una valida opportunità nei contesti sensibili, laddove è più fortel’interazione con l’uomo e l’abitato. Viticoltura, sostenibilità e biodiversità devono andare sempre più a braccetto. Per questo la Regione, insieme al mondo dei produttori, è al lavoro per predisporre il “Programma regionale per un settore vitivinicolo sostenibile”, percorso comune che dovrà coinvolgere tutti i portatori d’interesse nel definire obiettivi, azioni, risorse e protocolli d’intesa che assicurino al comparto qualità, sviluppo, reddito e piena compatibilità ambientale».

 

 

 

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