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Le mancate precipitazioni degli ultimi mesi rischiano di mettere in forte crisi la produzione vitivinicola per il secondo anno consecutivo. Forti le preoccupazioni espresse da presidenti e direttori di Consorzi e Associazione Produttori..

"È indubbiamente critica la situazione idrica nelle denominazioni tutelate dal Consorzio Vini Venezia, nello specifico quelle del Piave, Lison-Pramaggiore, e Venezia - dichiara Stefano Quaggio, direttore del Consorzio Vini Venezia -. Le scarse precipitazioni avute durante l’inverno, quelle piovose nelle zone pianeggianti e collinari e quelle nevose nelle zone più a Nord, spaventano viticoltori e produttori, soprattutto in vista dell’arrivo della primavera e poi dell’estate. Bisognerà dunque tenere monitorata la situazione nelle settimane a venire e non è esclusa un’emergenza idrica nel futuro prossimo. Tuttavia, possiamo ritenerci fortunati in quanto i nostri territori, soprattutto quelli del Veneto orientale, sono caratterizzati da un terreno che riesce a trattenere l’acqua in maniera ottimale. A questo fattore morfologico si aggiungono le caratteristiche naturali appartenenti ai vitigni più vecchi, capaci di sopperire alla mancanza d’acqua con il loro sistema radicale che raggiunge, nel terreno, una profondità importante".

"Ormai la siccità non è più un evento eccezionale, ma è un fatto concreto, con il quale dobbiamo fare i conti ogni giorno” afferma Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato. “Il Consorzio ritiene che per far fronte a questa situazione, le vie percorribili siano due. In prima istanza bisogna muoversi verso la ricerca di soluzioni per l’approvvigionamento idrico creando invasi in grado di raccogliere l’acqua piovana torrenziale e strutture irrigue per la redistribuzione dell’acqua nei vigneti. La Regione Piemonte sta dimostrando sensibilità rispetto all’argomento e, negli ultimi anni, qualcosa ha cominciato a muoversi. La speranza è quella che le istituzioni possano fornire sostegni e aiuti concreti per affrontare la crisi idrica che affligge l’intero comparto dell’agricoltura in Piemonte, come nel resto d’Italia. In secondo luogo, il Consorzio sta cercando soluzioni anche nella selezione varietale e nel miglioramento genetico delle vigne. L’obbiettivo infatti è quello di individuare ceppi resistenti, in grado di far fronte all’avversità climatica. In questo frangente siamo coinvolti nel progetto AGEBA, di cui il Consorzio è capofila, insieme a CREA-VE, all’Università Cattolica di Piacenza, all’Istituto G.Penna e a dieci aziende agricole del Monferrato. Si tratta di un progetto virtuoso che cerca le risposte alla viticoltura del futuro nel genoma delle viti antiche più resistenti. Continueremo a lavorare duramente per assicurare un futuro alla viticoltura di collina che da secoli è parte integrante, sia da un punto di vista socioculturale che economico, delle colline del Monferrato, patrimonio dell’UNESCO".

Infine per Stefano Chiarlo, presidente Associazione Produttori del Nizza (Piemonte) "quella della siccità è una minaccia sempre più incombente. Nel Monferrato siamo seriamente preoccupati: la media delle precipitazioni stagionali, per il secondo anno consecutivo, da 900 ml è passata a 350ml, diminuendo quindi di un terzo. Nel nostro territorio, è solo grazie alle precipitazioni che può essere garantito l'accumulo di riserva idrica. Il Monferrato storicamente non ha mai risentito di insufficienza idrica e per questo motivo, la maggior parte dei nostri produttori, non dispone di sistemi di irrigazione d’emergenza. È d’obbligo ormai pensare a soluzioni che nel medio-lungo termine ci permettano di far fronte a questo momento critico e la speranza è quella che gli enti possano incentivare la costruzione di impianti e la pianificazione di interventi tempestivi. È presto oggi per parlare di “minaccia della produzione”, ma se in primavera questa situazione dovesse perdurare, i pronostici non saranno di certo dei migliori".

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