L'arte del bere

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Nelle scorse settimane si è svolta nelle città di Shanghai, Nanning e Shenzhen la 5a edizione del Vinitaly China Roadshow, l'evento b2b organizzato da Veronafiere con il suo ufficio di Shanghai, in collaborazione con la joint venture cinese Shenzhen Baina International Exhibition , con il supporto dell'Ambasciata italiana e della rete Ice in Cina.  Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, ha dichiarato: "Seppure in un contesto difficile tra confini chiusi, lockdown e misure covid 0, il roadshow è andato a buon fine e Vinitaly è diventato l'unico evento internazionale dedicato a Wine e Spirits a Shanghai per l'anno 2022. Con Wine to Asia Special Edition a Guangzhou a fine settembre e Vinitaly China Roadshow a Shenzhen, Veronafiere inoltre è l'unica fiera internazionale ad aver realizzato eventi in presenza nella Greater Bay Area, la zona a più marcata crescita per il settore del vino e degli spiriti in Cina, seconda economia al mondo con 17,7 trilioni di dollari e ad oggi primo paese importatore al mondo di vino rosso e sesto consumatore mondiale di vino".

Il Roadshow è l'evento dedicato a quelle cantine italiane coinvolte ad esplorare e presidiare il mercato cinese. Oltre 600 vini di 50 cantine, e alla presenza di importatori in rappresentanza di 20 regioni italiane, hanno incontrato 1.800 buyer professionisti.

Successo per le masterclass che hanno seguito ogni tappa del Roadshow, in particolare per quelle in collaborazione con Ian d'Agata, tra i maggiori esperti e critici internazionali, che ha tenuto il grand opening a Shanghai. A Nanning si è svolta la prima masterclass dedicata agli spirits italiani guidata da Roy Huang, l'head bartender di Bar Choice, uno dei migliori cocktail bar del Sud della Cina. A Shenzhen è stata presentata una masterclass in cooperazione con Wine Channel sui vini del Consorzio di Tutela dei Vini dell'Abruzzo ed è stato proposto il primo evento di degustazione alla cieca di Vinitaly in Cina, in collaborazione con i tre più importanti importatori di vino naturale del Paese. In contemporanea ad ogni tappa, gli uffici Ice di Shanghai e di Guangzhou hanno organizzato, inoltre, una due giorni di formazione sul vino italiano con il corso I love ITAlian winesIn quest'occasione, oltre 150 professionisti hanno ottenuto l'attestato di partecipazione, aggiungendosi così alla rete di ambasciatori del vino italiano che Ice ha formato negli ultimi cinque anni in Cina. Nelle tappe di Shanghai e di Shenzhen, inoltre, De Longhi ha realizzato la coffee cocktail experience lounge diretta da Hope and Sesame, il gruppo beverage e cocktail più influente nel Sud della Cina. Soddisfazioni anche dalle parole di Gianpaolo Bruno, direttore Ice di Pechino e coordinatore Rete Ice in Cina e in Mongolia, che afferma: "La rete ITA in Cina è estremamente lieta di aver contribuito al successo della quinta edizione del Roadshow, a riprova della positiva efficacia esercitata dal gioco di squadra, in una fase particolarmente delicata della proiezione delle nostre imprese vitivinicole sul mercato cinese" . La terza edizione dell'Italian Wine Week tra eventi in presenza e iniziative digital

In affiancamento al Roadshow, si è svolta dall'8 al 14 novembre la terza edizione dell'Italian Wine Week nelle città di Shanghai e ShenzhenUn susseguirsi di eventi che hanno animato oltre 70 player tra wine bar, wine bistrot, retail, piattaforme e-commerce e ristoranti, tra cui lo stellato Da Vittorio e il ristorante del neopremiato miglior sommelier di Cina, Walter Liu. In contemporanea agli eventi in presenza, è stata avviata per la prima volta, una campagna digitale con Little Red Book, la piattaforma online con oltre 200 milioni di utenti attivi al mese di cui il 72% millenials. Una settimana che ha quindi visto i vini italiani protagonisti di successo nel contesto dei più importanti wine bar, bistrot e ristoranti di Shanghai e di Shenzhen con un unico, grande obiettivo: farsi portavoce di quel senso di “community culturale” tra i consumatori di vino italiano, importatori, distributori, per offrire opportunità di conoscenza dell'eccellenza gastronomica italiana. Essere protagonisti di queste occasioni, significa rinforzare il proprio business ed essere presenti su un mercato strategico come la Cina. I dati

L'epidemia ha fortemente limitato le importazioni di vino dalla Cina, con un calo complessivo in valore nell'ultimo triennio del 31%. Sul pari periodo (2019-2021) però gli ordini di vino tricolore sono cresciuti del 44% tra il 2020 e il 2021 (pari a 165 milioni di dollari) con una quota mercato dell'Italia che è passata dal 6 al 10%, grazie anche al quasi azzeramento delle importazioni dall'Australia, vittima dei superdazi comminati a partire dal fine 2020. Oggi il Belpaese è il terzo fornitore di vino nel Dragone, dietro a Cile (332 milioni di dollari) e Francia (753 milioni di dollari).

 

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