L’edizione 2025 della Classificazione della piattaforma Liv-ex, pubblicata il 4 settembre 2025, si apre in uno scenario complesso, a tre anni dall’inizio della più lunga fase di flessione recente per il mercato dei fine wine. Con il Liv-ex Fine Wine 1000 in calo del 23% rispetto all’ultima edizione, lo studio mette in evidenza quelle etichette che, nonostante le difficoltà, hanno saputo distinguersi per resilienza e capacità di consolidare il proprio valore sul mercato secondario. Nata nel 2009 con un’attenzione esclusiva a Bordeaux, la Classificazione ha progressivamente ampliato i propri confini fino a includere, quest’anno, ben 10 Paesi: il numero più alto mai registrato dal 2017, quando lo schema venne esteso oltre la storica regione francese.
Le fasce di prezzo per la Classificazione Liv-ex 2025 (e quelle dell’edizione 2023) sono le seguenti:
Analisi regionale
La Francia resta in testa
Nonostante la presenza record di nove Paesi, la Francia mantiene la leadership assoluta nel panorama dei fine wine. La Borgogna si distingue con il maggior numero di etichette nel Primo Livello, confermandosi come riferimento d’eccellenza, pur risultando meno rappresentata nelle fasce inferiori. Bordeaux, invece, sfrutta la sua ampiezza: con 106 vini qualificati, rappresenta quasi un terzo dei 332 complessivi inclusi in Classificazione.
Italia in crescita
L’Italia consolida il suo ruolo di protagonista sul mercato, conquistando il secondo posto per performance complessiva. Con 86 vini presenti – in significativo aumento rispetto ai 65 dell’edizione 2023 – il Paese conferma una traiettoria di crescita costante, rafforzando il proprio posizionamento internazionale.
I “territori sicuri” prosperano
Il quadro generale premia i mercati più solidi: Francia, Italia, Stati Uniti e Spagna hanno visto aumentare il numero di etichette ammesse, mentre altre regioni hanno subito un arretramento. L’Australia, ad esempio, è scesa da cinque a due vini, segnale di una domanda che tende a concentrarsi su territori percepiti come più stabili e affidabili in una fase di incertezza globale.
La classificazione mette in luce una gerarchia sempre più articolata, con differenze marcate tra i cinque livelli di prezzo. Alla base, il Quinto Livello raccoglie 18 vini compresi tra 284 e 354 sterline per 12×75: una fascia dominata da Bordeaux, con poche eccezioni come Ata Rangi Pinot Noir dalla Nuova Zelanda, Vietti Castiglione Barolo e Antinori Badia a Passignano Gran Selezione dall’Italia. Più diversificato il Quarto Livello, che con 42 etichette provenienti da 7 Paesi rappresenta la categoria più variegata della Classificazione. Salendo al Terzo Livello, 66 vini tra 497 e 780 sterline mettono in evidenza progressioni significative: spiccano la Barbera d’Alba Francia di Giacomo Conterno e il Vieux Télégraphe, capaci di scalare due posizioni rispetto al 2023. Il Secondo Livello si conferma il più ampio con 140 vini e una forte presenza di Bordeaux nella fascia bassa, in netto contrasto con Champagne ed etichette eterogenee come Chave Hermitage, Rinaldi Brunate e l’Amarone di Quintarelli, posizionati più in alto di nomi celebri come Sassicaia, Solaia e Angélus. Al vertice, il Primo Livello accoglie 66 vini sopra le 2.839 sterline, metà dei quali dalla Borgogna: qui spicca l’ascesa di Clos des Lambrays e Puligny-Montrachet Clavoillon di Domaine Leflaive, insieme all’ingresso di 14 nuove etichette borgognone. L’influenza del Domaine de la Romanée-Conti è schiacciante, con Romanée-Conti, La Tâche e Richebourg ai primi tre posti, mentre Pétrus si posiziona al quarto, davanti ai Premier Crus del 1855. Da notare infine la sorprendente forza della California, che con Screaming Eagle, Harlan, Promontory e Scarecrow riesce a collocarsi sopra i grandi nomi storici di Bordeaux.
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Source: Liv-ex