La crescita di valore, sia intrinseco che percepito, è l’obiettivo per uno sviluppo armonico dell’intero comparto. Riportiamo per intero la ricerca Mediobanca sul valore del vino italiano presentata all'Assemblea 2018 di Federvini.
Se l’export cresce - i grandi produttori realizzano oltre confine oltre il 55% delle proprie vendite, con punte che arrivano a toccare il 90% - è altrettanto vero che assistiamo ad uno sbilanciamento evidente su alcuni mercati. Secondo lo studio di Mediobanca qui riportato, l’Italia ha un indice di concentrazione nei primi paesi di destinazione di 1.108 in confronto a 730 della Francia, 711 del Cile e 632 della Spagna. Tale aspetto, da un lato, non tiene conto che una diversificazione più spinta potrebbe evitare problemi in caso di potenziali eventi avversi (dazi, Brexit, …); dall’altro, nei mercati in cui l’Italia è più presente, il prezzo del prodotto è mediamente più basso rispetto ai mercati secondari.
L’industria del vino italiano, inoltre, ha una redditività superiore a quella del settore alimentare (8,7 contro 8,2). Questo valore è originato, in gran parte, dal rapporto tra Margine Operativo Netto (MON) e Valore Aggiunto che oggi ha raggiunto il 44% contro il 30,6% del food nel suo complesso. Questo significa che il settore ricava valore aggiunto dalle vendite, grazie alla capacità di fare leva sul valore iconico dei prodotti vitivinicoli italiani...
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