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La Commissione europea ha bocciato l'ipotesi di etichetta nutrizionale delle bevande alcoliche proposta in marzo dall'industria del settore. Contro la proposta un recente parere dei servizi giuridici della Commissione e il giudizio del Commissario competente Vytenis Andriukaitis, che la definisce 'incoerente'. 

Nel marzo 2017 la Commissione europea aveva chiesto ai produttori di bevande alcoliche, vini compresi, di trovare un accordo su un'etichetta nutrizionale, avvertendo che senza risultati entro un anno la Commissione avrebbe varato un regolamento specifico. Un anno dopo le organizzazioni di settore (vino, birra, distillati e sidro) hanno presentato una proposta comune articolata su tre elementi: la disponibilità a fornire informazioni sia sulle calorie che sugli ingredienti, la possibilità di utilizzare un'etichetta elettronica, la dose di riferimento comune da 100 ml. Il settore del vino era stato però esplicito nel richiedere un intervento legislativo specifico a livello Ue sulla lista di ingredienti e calorie, con il riconoscimento della possibilità di usare l'e-label. Richiesta respinta però al mittente da Bruxelles.

Si tratta comunque del parere del servizio giuridico che si occupa del coordinamento dell’autoregolamentazione con la normativa in essere sia in generale in materia di indicazione degli ingredienti e dei valori nutrizionali, sia della normativa esistente in materia di presentazione dei vini. L'auspicio dei produttori è che il parere del servizio giuridico non costituisca una barriera insormontabile al futuro cammino dell'etichettatura. 

Ora - commenta il direttore generale di Federvini Ottavio Cagiano de Azevedo - la Commissione deve valutare nel dettaglio il documento ed esprimere una opinione; ove non fosse convinta dei contenuti delle proposte, la Commissione presenterà una proposta normativa di applicazione del regolamento 1169/2011. È chiaro che la sollecitazione a valutare le proposte di autoregolamentazione deve anche trovare un equilibrio con le diverse disposizioni già esistenti per alcune categorie di bevande alcoliche: in questo quadro, i vini sono soggetti alla più complessa delle normative, ragione per la quale il servizio giuridico (e non la Commissione) ha espresso alcune critiche al progetto. Le associazioni europee, e con esse le associazioni nazionali, stanno valutando queste considerazioni per eventualmente integrare o meglio specificare la proposta di autoregolamentazione". 

Da più parti si auspica l'accordo per una etichettatura nutrizionale più trasparente. Anche Coldiretti, commentando la "bocciatura", ne invoca l'adozione. "La stessa “voglia di trasparenza” – denuncia Coldiretti – dovrebbe essere garantita anche su altri aspetti del settore vitivinicolo che oggi danneggiano i produttori italiani e i consumatori di tutto il mondo, dalla possibilità consentita dall’Unione Europea ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero, pratica vietata nel nostro Paese, a quella di permettere la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua".

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