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Mercoledì, 14 Marzo 2018

Maurizio Martina si è dimesso

di Redazione

"Da questo pomeriggio non sono più ministro, per rispetto del ruolo istituzionale che ho ricoperto fin qui e il ruolo che sono chiamato a svolgere".  Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ha ufficializzato così nella puntata di Porta a Porta, andata in onda ieri sera, la sua decisione di lasciare il governo per il partito. “Fare il 'traghettatore' del Pd, dalla gestione Renzi all’elezione di un nuovo segretario – ha spiegato – è un impegno a tempo pieno".

Nel corso del suo incarico di Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali sono stati elaborati e approvati diversi provvedimenti in favore dell'occupazione giovanile in agricoltura, della semplificazione burocratica per le imprese, del ricambio generazionale e della competitività e internazionalizzazione delle imprese. Inoltre, durante il suo mandato, è stata approvata definitivamente la Politica agricola comune (PAC) in vigore dal 1º gennaio 2015. Molte le iniziative importanti realizzate dal suo dicastero.

"Campolibero", per esempio,  è il  piano di interventi contenuti nel Dl cosiddetto "Competitività" (legge 116/2014) per i giovani, per il lavoro e per la competitività delle aziende in campo agroalimentare. Il provvedimento ha introdotto mutui a tasso zero per gli under 40, la detrazione 19% per affitto terreni a giovani, lo sgravio di 1/3 del costo del lavoro per l'assunzioni di giovani, deduzioni Irap fino a 10.500 euro. È istituito il registro unico dei controlli e sono previsti crediti d'imposta al 40% per gli investimenti e fino a 400mila euro per l'innovazione e l'aggregazione in reti d'impresa. Inoltre, sono decisi ulteriori sgravi fiscali fino a 50mila euro per la creazione di piattaforme e-commerce dei prodotti agroalimentari.

Il "Piano 2 miliardi" per investimenti nella filiera agroalimentare con gli obiettivi di potenziare la produttività delle imprese, aumentare la capacità produttiva, favorire l'internazionalizzazione, accrescere la competitività sul mercato, far nascere Start-up nel settore; creare nuova occupazione nella filiera agroalimentare. 

Il "Piano Agricoltura 2.0", con l'obiettivo di eliminare la burocrazia inutile e ridurre a zero l'utilizzo di carta.  L'obiettivo è evitare le file agli sportelli e ottenere un risparmio stimato di circa 25 chili l'anno di carta per azienda.

Martina è stato anche firmatario della Legge n. 199/2016 contro il Caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero in agricoltura, che ha come obiettivo quello di rafforzare l'azione di contrasto alla diffusione del fenomeno criminale dello sfruttamento dei lavoratori con un intervento organico e coordinato delle Istituzioni. Il disegno di legge introduce strumenti operativi contro il caporalato tanto dal lato amministrativo quanto dal lato penale.  

Nel suo mandato sono stati anche approvati i provvedimenti sull'origine degli alimenti in etichetta. Ma, su tutto, Martina rimarrà il "Ministro dell'Expo" del 2015 : a lui è toccata la regia dell'evento eccezionale che ha portato alla ribalta di food italiano nel mondo e che ha avviato un ciclo espansivo delle nostre esportazioni.

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha accettato le dimissioni di Martina e assunto l'interim delle Politiche Agricole e Forestali.

 

Numerosi gli attestati di stima inviato a Martina. "Siamo grati a Maurizio Martina per la proficua collaborazione di questi anni che ha portato importanti risultati all'agricoltura italiana, dal taglio della fiscalità al sostegno all''insediamento dei giovani nelle campagne fino all'etichettatura Made in Italy per importati categorie di prodotto come lattiero caseari, pasta, riso e derivati del pomodoro". E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e la Giunta confederale nel commentare le dimissioni. "Ringraziamo Maurizio Martina per l'impegno che ha dedicato all'agroalimentare italiano durante il suo mandato da Ministro, in particolare per l'attenzione dedicata agli asset strategici del settore e alle politiche di internazionalizzazione". Così Giorgio Mercuri, presidente Alleanza delle Cooperative Agroalimentari

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