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"La riforma europea apre una nuova fase per la qualità agroalimentare italiana che impone a tutti gli attori una riflessione su tre punti cardine: governance dei territori, rapporto con il consumatore e ricerca scientifica, già divenuta uno degli asset primari di investimento dei Consorzi di tutela. Possiamo lavorare insieme ad un nuovo paradigma della qualità italiana anche con il sostegno delle recenti misure del governo e del ministero". Parole di Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita e Origin Italia.

In un contesto di crisi energetica e climatica, l'economia italiana delle Denominazioni di Origine Protetta (Dop) mostra un quadro positivo con valori record. Secondo il XXI Rapporto Ismea-Qualivita, il settore delle Dop e delle Indicazioni Geografiche Protette (Igp) ha raggiunto un valore di produzione di oltre 20 miliardi di euro nel 2022 (+6,4% rispetto all'anno precedente), contribuendo al 20% del fatturato complessivo dell'agroalimentare italiano.

"Quello delle Indicazioni Geografiche è un valore intrinseco nei nostri produttori, non solo un obiettivo di un Paese che non guarda alla quantità" ha sottolineato Francesco Lollobrigida, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste "l'Italia punta alla qualità e vogliamo difenderla creando sinergie e rafforzando il vero sistema Paese in tutto il mondo. Il nostro impegno è attuare anche una visione strategica che impedisca la proliferazione dei marchi di qualità pubblici e l’affermazione di etichette scorrette che disorientano il consumatore".

Nel settore, il comparto alimentare ha raggiunto quasi 9 miliardi di euro (+9%), mentre quello vitivinicolo ha superato gli 11 miliardi di euro (+5%). Questi risultati, seppur influenzati dall'inflazione, dimostrano la solidità dell'economia delle Dop italiana, con 296 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell'Agricoltura e oltre 195.000 imprese nel settore agroalimentare e vitivinicolo, con un numero di rapporti di lavoro stimati per la prima volta a 580mila nell'agricoltura e 310mila nella trasformazione.

Una crescita continua, come ricorda Maria Chiara Zaganelli, direttrice generale Ismea, che ricorda un altro aspetto: "Con 890mila contratti di lavoro nel settore Ig, la Dop economy afferma anche un valore sociale, etico e occupazionale indiscutibile".

 

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