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Il giorno inaugurale della Milano Wine Week si è svolta la seconda edizione di Wine Agenda, iniziativa promossa da Federvini: "Siamo felicissimi di essere ancora partner della manifestazione anche perché il contesto esterno è sempre più complesso e sfidante per i brand storici dell'agroalimentare italiano - ha detto Marco Montanaro, direttore generale della Federazione -. Il comparto vitivinicolo rappresenta circa il 12% del fatturato totale del comparto".

Nel corso dei due panel, oltre a esporre i dati relativi all'internazionalizzazione del vino italiano sono stati affrontate le questioni più sfidanti - a livello di regolamentazione - per i produttori. A partire dal rischio di derive proibizionistiche a livello europeo. Diventa dunque sempre più necessario sottolineare il valore storico, culturale e sociale del vino, l'unicità dello stile italiano e l'importanza di questo stile di vita per la promozione di una cultura del vino responsabile e sostenibile.

La dieta mediterranea, spesso citata come modello di alimentazione sana, svolge un ruolo fondamentale in questo contesto. Questo modello alimentare incentrato su alimenti freschi come frutta, verdura, olio d'oliva, pesce, cereali integrali e legumi, include anche un consumo moderato di alcol. È questo equilibrio tra alimentazione e apporto di alcol che contribuisce ai benefici per la salute associati alla dieta mediterranea.

Il consumo ideale di alcol è notoriamente pari a uno o due drink al giorno. Così si riesce anche a massimizzarne i benefici. Questo apporto moderato è stato associato a una riduzione del rischio di malattie cardiache e a un possibile contributo alla longevità. Andrea Poli, Presidente Nutrition Fundation of Italy lo ha ribadito: "la moderazione è il parametro dominante nella nostra società. Le politiche oggi allo studio ci faranno perdere il vantaggio dei consumatori moderati mentre rimarrebbe invariata la situazione dei consumatori eccessivi".

POLI

Inoltre, secondo un’analisi condotta dall’Osservatorio Federvini, 9 italiani su 10 fanno un uso moderato di vini e spirits e 8 italiani su 10 bevono bevande alcoliche in accompagnamento al cibo: un chiaro messaggio del fatto che l’Italia può diventare la portavoce del cambiamento, contrastando la deriva proibizionistica in atto.

Le presentazioni di Mediobanca, Nomisma e Tradelab hanno contribuito ad arricchire il dibattito:

L'analisi di Mediobanca ha evidenziato che nel 2022 le vendite sono cresciute del 9,1%, ma tre quarti di questa crescita sono stati attribuiti all'inflazione. Un dato interessante è che il settore Ho.Re.Ca. (Hotel, Ristoranti, e Caffè) e i vini premium hanno dimostrato una relativa inelasticità ai prezzi. Nonostante l'aumento dei prezzi dovuto all'inflazione, i consumatori e i ristoratori sembrano disposti a pagare di più per prodotti di alta qualità e per vini premium. Questo fenomeno sottolinea l'importanza di concentrarsi sulla qualità e sull'offerta di prodotti premium.

MEDIOBANCA

Nei primi 8 mesi del 2023, i consumi fuori casa hanno registrato una crescita del 10% per quanto riguarda il vino e le bollicine, superando la media del mercato delle bevande alcoliche (+7%). Va notato che dall'inizio dell'anno si è osservato un trend negativo del mercato fuori casa ma c’è speranza per il futuro a livello nazionale: nel 2024, se gli italiani avranno una maggiore disponibilità di reddito, prevedono di spendere principalmente in viaggi (67%) e in ristoranti, wine bar ed enoteche (51%).

TRADELAB

La situazione internazionale presenta una crescente necessità per le imprese vinicole italiane di esportare i loro prodotti. Negli ultimi trent'anni, la domanda di vino in Italia è notevolmente diminuita, passando da 36 milioni di ettolitri a poco più di 22 milioni, ma le esportazioni hanno visto una significativa evoluzione. In particolare, c'è stata una transizione da un'exportazione prevalentemente di vini sfusi a una maggiore enfasi sui vini spumanti, che ora costituiscono il 24% delle vendite all'estero. Tuttavia, rimane un divario significativo nei prezzi rispetto ai principali concorrenti, con una media di 4,3 euro al litro per i vini fermi italiani, rispetto ai 5,8 euro della Nuova Zelanda e ai 7,3 euro della Francia.

NOMISMA

Nonostante una crescita del 12% nel valore delle esportazioni di vino italiano nel 2022, che ha raggiunto 8 miliardi di euro, questa crescita è stata in gran parte attribuita all'effetto inflazionistico. Nel primo semestre del 2023, si prevede che le esportazioni raggiungeranno 3,7 miliardi di euro, registrando una diminuzione dello 0,4% rispetto all'anno precedente. Questo calo è principalmente dovuto all'inflazione, all'aumento dei tassi di interesse stabiliti dalla Banca Centrale Europea e al rallentamento dell'economia globale, soprattutto nell'Eurozona.

Le imprese vinicole orientate verso i mercati internazionali devono affrontare crescenti difficoltà nell'ottenere finanziamenti e strumenti creditizi, oltre a dover affrontare regolamenti sempre più rigorosi e sfide varie legate all'export. Inoltre, le questioni legate alla protezione della proprietà intellettuale e alla tutela delle Indicazioni Geografiche dei prodotti di alta qualità, specialmente le eccellenze italiane, restano irrisolte, con frequenti casi di imitazione e contraffazione.

In sintesi, l'Italia ha l'opportunità di assumere un ruolo di rilievo nella promozione di una cultura di consumo moderato del vino, distinguendosi da approcci proibizionisti. Tuttavia, per farlo, è necessario affrontare le sfide economiche internazionali e le difficoltà legate all'export. Questo richiede una collaborazione tra le istituzioni a livello comunitario e nazionale per sviluppare una strategia di diplomazia economica robusta in grado di affrontare le attuali sfide nel settore vinicolo.

Conclude Ettore Nicoletto, President & Ceo Angelini Wines & Estates: "Bisognerebbe ragionare su approfondimenti e studi scientifici più recenti per arrivare nei prossimi mesi ad una normativa e legislazione che sia armonizzata e che tenga conto degli interessi economici del nostro settore, del suo portato culturale, della dieta mediterranea e anche dei benefici che un consumo moderato apporta all'organismo.  Abbiamo di fronte a noi sfide globali considerevoli che interessano in modo diretto l’operato delle nostre imprese, i nostri territori, la nostra cultura e il nostro modo di vivere la socialità, il vino italiano è un’eccellenza che nel mondo è riconosciuta ed apprezzata: suscita l’emozione dell’empatia territoriale ed è connessa ad un lifestyle incentrato sulla cultura del bere di qualità. Va tutelata in tutte le sedi con fermezza, continuità e con il supporto delle istituzioni”.". 

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