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Le Donne del Vino sposano la sfida del “Vetro leggero”. Durante un convegno in Toscana è stato presentato un nuovo progetto ideato dalla sommelier Paola Rastelli, vice delegata regionale, e realizzato da Marta Galli, direttrice operativa dell’Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del vino e turismo del vino dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

“L’uso del vetro leggero è fondamentale per la sostenibilità del comparto enologico così determinante per l’economia delle Regione Toscana - ha dichiarato la produttrice Donatella Cinelli Colombini - perché la produzione di ogni chilogrammo di vetro equivale all’emissione di 2,7 chilogrammi di CO2. Ci sono molti passi ancora da fare e soprattutto bisognerà dare delle linee guida precise”. 

L’analisi qualitativa 2023 prosegue un primo questionario somministrato nel 2021 dal quale emergeva una sensibilità ambientale molto diffusa fra le produttrici italiane.
L’analisi presentata a Montelupo Fiorentino verrà riproposta a Milano il 30 giugno e ha riguardato 22 interviste a Donne del Vino produttrici di Veneto e Toscana. Conferma la diffusa volontà di contribuire alla riduzione dell’impronta carbonica del vino e mostra come la scelta dell’utilizzo del vetro leggero sia sempre accompagnata dalla presenza di certificazione BIO o Sostenibile.

La capacità di comunicare le proprie scelte ambientali è invece meno generalizzata ed è migliore nelle aziende grandi (sopra 50 milioni di fatturato), soprattutto scandinave e anglosassoni. Una capacità purtroppo irrivelante, o quasi, nel nostro territorio. In Italia l'utilizzo di vetro leggero porta uno svantaggio competitivo per la cantina produttrice. Per quanto concerne i “falsi miti” riguardanti il vetro leggero (lasciar passare la luce rovina la qualità, il vino nelle bottiglie di vetro leggero ha una vita più breve o l’azienda ha voluto risparmiare nel packaging) sono tutte fake news che associano il peso del contenitore all’importanza del contenuto e spiegano la reazione negativa di molti operatori e consumatori italiani. Per questo il peso del vetro sale quando viene usato su vini super premium come Brunello o Amarone. Molte cantine si sentono un po' sole di fronte alle scelte ambientaliste e chiedono una «consumer education» che passi da giornali, guide e consorzi, al fine di veder premiati i propri sforzi nella sostenibilità. 

Un altro fattore è minor numero di formati, circostanza che talvolta costringe a modificare il look delle bottiglie. La ricerca mostra come per le cantine l’impegno sull’ambiente è visto soprattutto come un dovere etico e non tanto come un’opportunità perché ha un costo economico e, per alcune pratiche come l’uso del vetro leggero, non ha una certificazione conosciuta come la fogliolina bio, per cui non ottiene un ritorno commerciale. 

Il contenimento del peso delle bottiglie, il riciclo del vetro e l’indicazione in etichetta del corretto processo di smaltimento, sono fra le proposte europee per ridurre l’impatto ambientale della produzione del vino, oltre al riuso delle bottiglie, con la percentuale che dovrebbe salire fino all'80% entro il 2040. Rispetto a quest’ultimo progetto le opinioni delle produttrici sono molto caute, per difficoltà grosse che riguardano la tappatura.

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