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Le sfide che il mondo del vino si trova ad affrontare in questo periodo sono molteplici. Nell'intervista a Milano Finanza Ettore Nicoletto, vice-presidente del Gruppo Vini di Federvini, indica quali sono le aree che preoccupano maggiormente i produttori. Riportiamo l'intervista integrale.

 

Caro-energia, guerra e persino la siccità non hanno fermato il vino made in Italy. Ma questi lunghi mesi di incertezza, rincari e carenza di materie prime il segno lo hanno comunque lasciato. Nel pieno della Milano Wine Week è nuovamente tempo di bilanci. A tirare le somme per MF-Milano Finanza è Ettore Nicoletto, vice-presidente del Gruppo Vini di Federvini.

Partiamo proprio dalla Russia, qual è l'effetto delle sanzioni?

L' export è stato fermato solo per i vini di altissima fascia, equiparati a prodotti di lusso. Quello russo oggi è un mercato anomalo, il problema in questo contesto è l'affidabilità degli importatori, delle loro credenziali finanziarie. In generale la flessione è stata del 29% rispetto al 2021. Per fortuna la Russia è piuttosto marginale, rappresenta circa il 4-5% delle nostre esportazioni.

E nel resto del mondo?

Nel primo semestre abbiamo registrato un aumento dell'export a 3,8 miliardi di euro, il 14% in più sul 2021, che già era stato un anno di forte ripresa dopo la fase acuta della pandemia. I mercati principali sono tutti in crescita, come gli Usa, + 14%, e il Regno Unito, addirittura + 23%. Va sottolineato però che in alcuni casi, come per Germania e Cina, i volumi sono scesi. In altre parole, esportiamo meno bottiglie e se il fatturato cresce è perché abbiamo dovuto aumentare i prezzi in misura i mportante, con punte del 20%.

Effetto bollette?

Anche: il settore ha subito rincari tra il 150 e il 200% alla voce energia, con punte persino più elevate. Un impatto altrettanto pesante deriva dagli aumenti delle materie prime necessarie per il packaging, carta, cartone, etichette. capsule. Ma la vera emergenza è un' altra. Non c'è vetro: la produzione non sta dietro alla domanda. In questo momento ci mancano tra le 300 e le 400mila tonnellate. A questa carenza si aggiunge un aumento fino al 50% del costo di questa materia prima.

Vi preoccupa la campagna dell'Oms che equipara vino e sigarette?

Sì, è un problema: l' Oms chiede una riduzione dei consumi del 10% entro il 2025. Abbiamo sempre promosso un uso consapevole e responsabile del vino, questa campagna colpisce un settore che rappresenta un giro d'affari di 12 miliardi di euro l'anno e il 14% dell'intero export nazionale. Il governo uscente ha lavorato per aiutarci, siamo certi che anche i l nuovo esecutivo si batterà per il vino italiano, è importante che ministero della Salute e dell'Agricoltura agiscano di concerto. 

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