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l valore del mercato globale degli alcolici è cresciuto del 12% fino a raggiungere 1,17 trilioni di dollari nel 2021, recuperando le perdite del 4% causate dalla pandemia nel 2020. È quanto emerge dai nuovi dati di IWSR Drinks Market Analysis. Nello stesso periodo, tuttavia, il volume di alcolici è cresciuto solo del 3% dopo le perdite del 6% dell'anno precedente.

Il nuovo rapporto di IWSR, che esamina i dati di 160 Paesi, prevede che il mercato globale degli alcolici supererà i volumi del 2019 entro i prossimi due anni. "I nostri ultimi dati mostrano segnali incoraggianti per la continua ripresa delle bevande alcoliche - ha dichiarato Mark Meek, direttore generale di IWSR Drinks Market Analysis -. Il mercato si è ripreso molto più rapidamente del previsto e, in termini di valore, il 2021 è ora superiore al 2019. La premiumisation continua senza sosta; anche l'e-commerce di bevande alcoliche continua a crescere, anche se a un ritmo più moderato e la tendenza alla moderazione continua, con i prodotti no/low-alcohol che registrano una crescita continua da una base relativamente bassa".

Nonostante le sfide attuali e future del settore - le continue interruzioni della catena di approvvigionamento, l'inflazione, la guerra in Ucraina, il lento ritorno del travel retail ai livelli precedenti al 2019 e la politica cinese di zero Covid - gli alcolici sono ben posizionati.

Si prevede che gli alcolici premium-plus (con un prezzo pari o superiore a 22,50 dollari) cresceranno di oltre il 50% in valore nelle Americhe tra il 2021 e il 2026, di oltre il 40% in Africa e Medio Oriente nello stesso periodo, di oltre il 20% in Europa e di poco meno del 20% in Asia-Pacifico. "Rimangono alcune sfide, tra cui la possibilità che bar e ristoranti continuino ad attrarre i consumatori che si sono abituati all'e-commerce e al consumo a casa; la possibilità che i consumatori accettino gli aumenti di prezzo dei loro marchi preferiti; e la possibilità che l'inflazione e i problemi legati alla catena di approvvigionamento portino i consumatori a fare down-trading e a gravitare sui prodotti locali piuttosto che su quelli importati", aggiunge Meek. "Viviamo in un'epoca di incertezza e queste sono acque inesplorate per il settore. Tuttavia, come abbiamo visto nelle crisi precedenti, questo è un settore industriale molto resistente".

I volumi globali di vini fermi - riporta il sito Winenews - sono diminuiti del -2% nel 2021, ma il valore è aumentato del +5%, perché la tendenza “less but better” continua ad essere alla base dei trend di consumo della categoria. Diverso invece l’andamento degli sparkling, che hanno registrato notevoli incrementi, in concomitanza con l’abolizione delle restrizioni Covid e con la voglia di tornare a festeggiare e brindare. Lo Champagne ha registrato una crescita in volume del +24% nel 2021, mentre gli altri spumanti sono aumentati del +7,5%. Nei prossimi cinque anni, si prevede che la categoria dei vini, nel loro complesso, continuerà a percorrere la sua traiettoria di calo dei consumi a lungo termine, con i volumi che perderanno il -1% tra il 2021 e il 2026, mentre a valore si registrerà un aumento del +5%.

Per gli spirits - sottolinea Winenews - nel 2021 si è registrata una crescita dei valori del +15%, grazie ai prodotti di fascia più alta, ma anche alla passione, esplosa durante il lockdown, per il mondo della miscelazione. Le previsioni per il 2026 parlano di una crescita dei volumi del 5% e dei valori del 15%. Il whisky, che vale un quarto della categoria degli spirits, fa invece partita a sé, con una crescita prevista del +23% a volume e del +29% a valore. La crescita dei volumi globali nei prossimi cinque anni continuerà anche nelle altre sotto categorie, tra cui il gin (+24%), il cognac (+23%) e il rum (+13).

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