Dall'estero

Nei primi quattro mesi dell’anno le importazioni di vino in bottiglia in Cina sono diminuite di oltre un quarto, in termini sia di volume che di valore, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Secondo quanto riporta una lunga analisi del sito specializzato inglese Decanter i dati doganali mostrano che da gennaio ad aprile la Cina ha importato 107 milioni di litri di vino, equivalenti a 143 milioni di bottiglie da 75 cl. Si tratta di un calo anno su anno del 26,6%Inoltre il valore delle importazioni di vino in bottiglia è diminuito del 27,5%, raggiungendo i 523 milioni di dollari.

Se si includono le importazioni di vino spumante, vino sfuso e alcolici a base di uva - come il cognac - il valore totale delle spedizioni è diminuito del 31%.

Il forte calo delle importazioni coincide con il periodo di blocco da coronavirus, con conseguenti restrizioni di viaggio e la chiusura di ristoranti e bar.

"Vale la pena notare che nel 2019 le importazioni cinesi di vino avevano già registrato un forte calo rispetto al 2018", sottolinea il professor Li Demei, esperto di vino ed editorialista di DecanterChina.com. Secondo Li la riduzione delle importazioni durante il primo trimestre del 2020 non è così significativa, molto più rilevante quella relativa al mese di aprile, con un calo del 44% in volume e del 50% in valore, sebbene la maggior parte delle città cinesi avesse a quel punto eliminato le restrizioni per l’epidemia. “Ma ciò è dovuto a un effetto ritardato delle statistiche sulle importazioni", ha spiegato il professor Li.

Durante il blocco ha prevalso l’e-commerce e alcuni player del settore ritengono che la situazione non sia del tutto negativa. Le vendite online nei primi tre mesi del 2020 hanno visto un aumento del 5,9%, mentre i ricavi del settore ospitalità sono diminuiti del 44,3%, secondo l'Ufficio nazionale cinese di statistica.

"Le nostre vendite sono almeno raddoppiate dopo il Festival di Primavera (fine gennaio), quando è iniziato il blocco", ha dichiarato Wang Shenghan, fondatore della piattaforma di e-commerce del vino Lady Penguin. Wang e il suo team gestiscono attualmente uno degli store online di bevande alcoliche più popolari su Tmall.com, il portale di vendita di Alibaba. "Vendiamo direttamente ai consumatori tramite Tmall.com e i nostri prezzi sono abbordabili, quindi la crescita è significativa", ha dichiarato Wang, aggiungendo che molti dei suoi prodotti erano già esauriti prima del capodanno cinese.

Da un’indagine di Wine Intelligence su 1.000 consumatori di vini importati in 12 città della Cina continentale che si è svolta tra il 27 marzo e il 14 aprile è emerso che le vendite di vino online sono cresciute durante il periodo di blocco, spinte da "ulteriori acquisti da parte di consumatori più giovani e più appassionati".

Chi era già un consumatore regolare di vino ha “riempito qualche bicchiere in più e aumentato la spesa” mentre era bloccato a casa, ha verificato il sondaggio. E secondo Wine Intelligence l’aumento delle vendite di vino online sembra destinato a continuare.

Circa il 47% degli intervistati ha affermato di essere più propenso a bere bevande alcoliche una volta che gli fosse stato concesso di uscire, ma il 52% ha affermato che avrebbe continuato a fare acquisti online per bevande e generi alimentari dopo il blocco.

Alcuni professionisti del settore horeca hanno riferito alla fine di maggio che i consumatori stavano ritrovando il piacere di uscire e socializzare. "Sebbene non ci sia stata una ondata di spese post-Covid come alcuni si aspettavano, per fortuna la maggior parte dei ristoranti di fascia alta ha riacquistato dal 50% al 60% della propria attività", ha affermato Lu Lu Yang, primo master sommelier cinese e fondatore di Grapea Wine Education.

Tuttavia i fine restaurant e le enoteche affrontano una pressione finanziaria che potrebbe avere un impatto sulle liste dei vini. "Prima della pandemia i ristoratori non esitavano a riassortire le migliori etichette, perché sapevano che alla fine le bottiglie sarebbero state vendute - spiega Lu -. Ma ora hanno davvero bisogno di pensare due volte alla quantità e alla qualità che possono permettersi di acquistare”.

Il settore dell'ospitalità si aspetta un pieno recupero da settembre a ottobre, secondo Lu: "Le aziende devono prima riprendersi dai mancati guadagni degli ultimi quattro mesi".

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