La Cina, con 13,7 milioni di tonnellate nel 2017 è risultata il 1º produttore al mondo di uva (19% della produzione mondiale), seguita da Italia (6,9 Mio t), Stati Uniti (6,7 Mio t) e Francia (5,5 Mio t). Lo sancisce il rapporto sullo stato della vitivinicoltura mondiale elaborato da Oiv, l’Organizzazione internazionale della vite e del vino e presentato nei giorni scorsi a Punta del Este. La produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2018 si stima in 279 milioni di ettolitri, in salita del 13% rispetto al 2017, annata segnata da condizioni climatiche difficili di cui hanno risentito le produzioni di molti paesi (il dato della produzione di vino del 2017, ancora provvisorio, è stato rivisto al ribasso, sulla base gli ultimi dati registrati).
La produzione 2018 dovrebbe risultare invece una delle più alte dal 2000. L’Italia (48,5 milioni di ettolitri) si conferma 1º produttore mondiale, seguita dalla Francia (46,4 Mio hl) e dalla Spagna (40,9 Mio hl). Il livello di produzione rimane ancora elevato negli Stati Uniti (23,9 Mio hl).
In America del Sud le produzioni aumentano in modo significativo: sia in Argentina (14,5 Mio hl), che in Cile (12,9 Mio hl) e in Brasile (3,4 Mio hl). Invece il Sud Africa (9,4 Mio hl) ha sofferto per una sfavorevole siccità.
La dimensione del vigneto mondiale (indipendentemente dalla destinazione d'uso finale delle uve e comprese le vigne non ancora in produzione) nel 2017 si attesta a 7.534 migliaia di ettari, ovvero in leggero calo rispetto a quella del 2016 (-24 mha).
La Spagna rimane saldamente in testa per quanto riguarda le superfici coltivate, con 967 mha, davanti alla Cina (870 mha) e alla Francia (786 mha). Però la superficie viticola cinese continua a crescere (+6 mha tra 2016 e 2017). Il vigneto comunitario, tuttavia, riduce il suo tasso di erosione, e si dovrebbe stabilire a 3.304 migliaia di ettari nel 2017.
Nel 2017 la produzione mondiale di uva (destinata a qualsiasi uso) è di circa 73 milioni di tonnellate. La produzione di uva conosce ormai dal 2000 una tendenza alla crescita (+9%), nonostante la riduzione della superficie a vigneto: ciò - spiega Oiv - può dipendere principalmente dall’aumento delle rese e dal continuo miglioramento delle tecniche viticole.
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