Il 6 ottobre 2025, il Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS) ha pubblicato un rapporto secondo cui le esportazioni di liquori distillati statunitensi sono calate del 9% su base annua nel secondo trimestre del 2025. DISCUS ha sottolineato che «i cali sono stati particolarmente marcati verso i principali mercati di riferimento», tra cui Canada, Unione Europea, Giappone e Regno Unito, che rappresentano complessivamente il 70% del valore totale delle esportazioni.
Il presidente e CEO di DISCUS, Chris Swonger, ha evidenziato «una crescente preoccupazione per il fatto che i consumatori internazionali scelgano sempre più spesso distillati di produzione locale o importati da Paesi diversi dagli Stati Uniti, segnalando un progressivo allontanamento dai marchi storici dei grandi spiriti americani». Le esportazioni di diverse categorie di alcolici hanno registrato cali a doppia cifra, tra cui il brandy (-12%), whisky americano (-13%), vodka (-14%) e cordiali (-15%), mentre le esportazioni di rum sono diminuite del 6%.
Questo cambiamento potrebbe riflettere un sentimento più ampio secondo cui i dazi imposti dagli Stati Uniti sono ingiusti, spingendo i consumatori a sostenere le loro industrie nazionali o a cercare prodotti non statunitensi in risposta. Ad esempio, in Canada, le vendite di alcolici statunitensi sono diminuite del 68% nell'aprile 2025, mentre le vendite di alcolici canadesi e di altri alcolici importati sono aumentate di circa il 3,6% ciascuna.
Il volume delle vendite interne di whisky americano è diminuito negli ultimi due anni, passando da 59,4 milioni di galloni proof nel 2022 a 57,6 milioni nel 2024. Con il rallentamento della domanda interna -afferma il rapporto - le esportazioni rappresentano la strada più praticabile per ridurre le scorte in eccesso e garantire la sostenibilità della produzione di whisky americano.
Photo Credit: Distilled Spirits Council
Source: Distilled Spirits Council