Sgomento e amarezza per il furto subito da Rivera, cantina storica della Puglia enologica, a cui sono state sottratte 35.000 barbatelle che l’azienda avrebbe dovuto utilizzare in questi giorni per l’impianto di 10 nuovi vigneti. Si trattava dell’ultimo atto di un progetto di ricerca sulle varietà autoctone del territorio: Bombino Nero e Nero di Troia. Il lavoro di ricerca era stato avviato agli inizi degli Anni '90, con la collaborazione del professor Attilio Scienza, proseguito con il Crea di Turi ed era giunto al momento dell’impianto della terza generazione delle selezioni massali individuate per fornire materia prima per i vini aziendali.
“Per chi ha commesso il furto si tratta solo merce da piazzare in qualche maniera sul mercato nero, ma per noi e per l’intero territorio vitivinicolo quelle barbatelle rappresentano il futuro. Per fortuna non tutto è perduto perché il vivaio ne aveva ancora qualche migliaio da cui ripartiremo. Di certo non ci fermiamo e non sarà certo questo l’ultimo vigneto che pianto”, ha commentato Carlo de Corato, 82 anni e da 50 vendemmie patron della Rivera.
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