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Continuano le azioni a livello europeo per frenare l'iniziativa irlandese sugli Health warnings relativi agli alcolici. Il CEEV, che rappresenta le aziende vinicole nell'Unione europea, e SpiritsEurope hanno presentato un reclamo accusando il governo irlandese di aver imposto regole "sproporzionate" che non sono mai state adeguatamente giustificate. In particolare, il CEEV accusa le norme di costituire una "barriera al commercio contraria agli articoli 34 e 36 del Trattato sul funzionamento dell'UE, mettendo così a rischio il mercato unico dell'Unione".

"Le disposizioni incluse nei regolamenti irlandesi sull'etichettatura sono incompatibili con il diritto dell'UE e costituiscono un ostacolo ingiustificato e sproporzionato al commercio ai sensi della legislazione dell'UE - ha dichiarato Il presidente del CEEV Mauricio González-Gordon -. Frammenteranno il mercato unico dell'UE compromettendone il corretto funzionamento, ostacolando di fatto l'accesso all'Irlanda di prodotti provenienti da altri Stati membri e generando così una chiara discriminazione nei confronti dei prodotti importati".

"Pur sostenendo pienamente la lotta contro l'abuso di alcol - ha spiegato González-Gordon - crediamo fermamente che questo obiettivo possa essere raggiunto con misure più efficaci e meno restrittive per il commercio che dovrebbero essere, inoltre, compatibili con l'attuale legislazione dell'UE".

Il segretario generale del CEEV Ignacio Sánchez Recarte ha dichiarato che non si è avuta altra scelta se non quella di presentare una denuncia contro l'Irlanda: "Rimaniamo convinti che sia responsabilità della Commissione europea lavorare per definire un quadro giuridico armonizzato e scientificamente appropriato che protegga il mercato unico dell'UE e informi adeguatamente i consumatori. Come CEEV, siamo pronti a collaborare proattivamente su questo tema".

SpiritsEurope, l'associazione di categoria con sede a Bruxelles che rappresenta il settore degli alcolici di 31 associazioni nazionali e 8 importanti multinazionali, ritiene che la bozza di regolamento "rappresenti una barriera commerciale sproporzionata che ostacola la libera circolazione delle merci" e ha anche presentato un reclamo. Secondo l'associazione, le nuove norme impedirebbero la vendita in Irlanda di altre bevande alcoliche legalmente vendute negli Stati membri dell'UE, a meno che non vengano rietichettate con informazioni aggiuntive sui grammi di alcol e sul numero di calorie contenute, oltre a testi e pittogrammi di avvertimento sulla salute. Ciò renderebbe "considerevolmente più complesso e più costoso per i produttori e i distributori non irlandesi, sia all'interno che all'esterno dell'UE, mettere i loro prodotti a disposizione dei consumatori irlandesi".

Il direttore generale di SpiritsEurope, Ulrich Adam, ha dichiarato: "Riteniamo che l'Irlanda non abbia dimostrato l'ammissibilità delle sue misure. Inoltre, la Commissione è tenuta a presentare presto nuove regole di etichettatura armonizzate per le bevande alcoliche. In questa situazione, secondo la prassi comune, i piani di deviazione delle norme nazionali dovrebbero essere messi in pausa".

"Riconosciamo e rispettiamo pienamente il diritto dell'Irlanda di agire per garantire un elevato livello di protezione della salute pubblica dei suoi cittadini - ha aggiunto - tuttavia, sembra che l'Irlanda abbia condotto un'analisi insufficiente della proporzionalità delle sue particolari scelte politiche in materia di etichettatura, dal momento che esistono chiaramente altre opzioni adeguate e meno restrittive per il commercio".

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