C'è un'Italia appassionata e apprezzata nel mondo, che produce ricchezza puntando su qualità e innovazione. Un’Italia di cui essere orgogliosi di cui spesso, però, non c’è piena consapevolezza. Il rapporto I.T.A.L.I.A. 2019 – Geografie del nuovo made in Italy acronimo e racconto dell’identità produttiva e sociale italiana - dall’Industria al Turismo, dall’Agroalimentare al Localismo, dall’Innovazione all’Arte e alla Cultura – è un viaggio di scoperta in un Paese che ha i talenti e le risorse per guardare negli occhi il futuro, è realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

“Il Rapporto mette in luce un volto dell’Italia che non è conosciuto a sufficienza”, sottolinea Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere. “L’export nazionale è aumentato di quasi il 60% in 10 anni, passando da un saldo negativo ad un saldo positivo di circa 39 miliardi di euro. Il nostro Paese vanta quasi mille prodotti su 5mila ai primi posti nel mondo in termini di saldo commerciale. L’Italia ha un forte orientamento all’innovazione, attestato dalle sue 38mila imprese manifatturiere innovatrici e dall’utilizzo di oltre 64mila robot industriali. Ma è anche un Paese che sa far crescere le proprie tradizioni, come mostra il primato dell’agricoltura, soprattutto biologica, e che, di anno in anno, conferma la propria attrattività turistica, posizionandosi ai primi posti nel mondo grazie al crescente numero di pernottamenti di viaggiatori non europei (oltre 65 milioni di notti)”.

Le eccellenze agroalimentari italiane originano dal sistema primario: agricoltura, silvicoltura e pesca. La rilevanza di tale sistema riguarda innanzitutto l’occupazione. In Europa, quasi 1 occupato su 10 è italiano: infatti nell’Unione Europea si contano circa 10 milioni di occupati e ben 917mila sono localizzati in Italia. Tra le 5 grandi economie europee, l’Italia è al primo posto per numero di occupati. Al secondo posto si colloca la Spagna con 764mila e al terzo la Francia con 752mila, mentre a maggiore distanza si posizionano la Germania con 617mila e il Regno Unito con 388mila unità. 

L’Italia è il Paese con il maggior numero di riconoscimenti dell’Unione europea per le specialità agroalimentari, e in particolar modo per i vini: più di un prodotto certificato su 4 è italiano (una specialità alimentare su 5 e un vino su 3). I prodotti alimentari italiani a denominazione di origine e a indicazione geografica sono 299, di cui 167 DOP e 130 IGP a cui si aggiungono anche 2 STG. Nel comparto del vino l’Italia conta ben 526 riconoscimenti, di cui 408 DOP e 118 IGT.

In Italia è generato quasi un quinto del valore aggiunto dell’intero sistema agricolo dell’Unione Europea: su un totale stimato pari a 182,3 miliardi nel 2018, l’Italia contribuisce per il 17,7%, la Francia per il 17,6%, la Spagna per il 16,6%, la Germania per il 9,2% e il Regno Unito solo per il 5,9%. Peraltro, la leadership italiana origina da un trend di lungo corso. Nel periodo 2008-2018, l’Italia ha conquistato stabilmente il primo posto in Europa (a parte gli anni difficili 2010 e 2011) in quanto ha sempre superato la Francia, anche se a volte di stretta misura (fonte dati: Eurostat). Il settore agroalimentare si contraddistingue per i suoi risultati straordinari nel commercio con l’estero e si conferma tra i comparti più vitali e dinamici. Le esportazioni di prodotti agroalimentari segnano un nuovo record nel 2018: 41,8 miliardi di euro. L’agroalimentare vale quasi un decimo (9%) di tutte le esportazioni italiane (circa 463 miliardi). Le performance positive sono confermate nel lungo periodo: le esportazioni sono passate da 26,3 miliardi nel 2008 a 41,8 miliardi nel 2018, ovvero sono aumentate di circa 15,5 miliardi (+59%). La crescita è stata pressoché ininterrotta e particolarmente positivi sono i risultati degli ultimi anni (fonte ISTAT).

 

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