La precision farming - già utilizzata negli Stati Uniti e non solo - farà in suo debutto anche in Italia e più precisamente a Verona, grazie al drone Uav (Unmmaned aerial vehicle, aeromobile senza pilota a controllo remoto) che avrà il compito di esaminare le curve di maturazione dell'uva, in modo tale da dare ai produttori vinicoli un ausilio tecnologico importante permettendogli di monitorare in tempo reale la situazione delle viti e degli acini.
Il drone opera tramite "un esacottero Dji matrice 600 dotato di una camera multispettrale, un multisensore, quattro bande di frequenza di trasmissione e tre gps", come ha spiegato il tecnico Luca Leati a "L'Arena", ovvero uno dei "piloti" dei droni che aiuteranno i viticoltori a capire "la salute delle piantagioni, a effettuare mappature del terreno e a calcolare gli schedari viticoli".
Una sperimentazione portata avanti da Confagricoltura Veneto, ma che servirà soprattutto a far conoscere queste tecniche innovative e altamente tecnologiche ai produttori agricoli, i quali grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo "potranno utilizzarla senza doverla acquistare" evitando così di affrontare l'alto costo dell'attrezzatura e del pilota dell'Uav, che dovrà essere munito di patentino rilasciato dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac).
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