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Export di vini, spiriti e aceti: assestamento negli Usa e nuove traiettorie di crescita
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Dall’ultima release dell’Osservatorio Federvini, realizzato in collaborazione con Nomisma e Trade Lab, emerge una fase di riequilibrio per l’export italiano di vini, spiriti e aceti. Il quadro restituisce un settore che, pur confrontandosi con segnali di rallentamento in uno dei suoi mercati più rilevanti, continua a mostrare una notevole capacità di adattamento e una dinamica espansiva su molte piazze internazionali.
Il mercato statunitense, tradizionalmente centrale per le produzioni italiane, attraversa una contrazione che gli analisti definiscono fisiologica. Nel comparto del vino si registra un calo del 4,8% a valore, mentre per gli spiriti la flessione si attesta al 5%. Una riduzione che va interpretata alla luce dell’eccezionale anomalia verificatasi nel primo trimestre dell’anno, quando l’import di spiriti dall’Italia aveva toccato un incremento del 126% dovuto all’anticipazione degli acquisti per evitare l’impatto dei dazi. Il dato odierno rappresenta dunque il naturale riassorbimento di quel picco, più che un indebolimento strutturale della domanda.
Parallelamente, il monitoraggio dell’Osservatorio mette in luce una serie di mercati alternativi che stanno imprimendo nuovo slancio alla filiera italiana. Per il vino emergono segnali incoraggianti soprattutto dall’Europa e dal Sud America: la Germania registra una crescita dell’import dell’8,8%, confermandosi un partner commerciale di primaria importanza, mentre il Brasile segue con un aumento dell’8,7%.
Nel comparto degli spiriti, l’asse di crescita si sposta verso l’Asia-Pacifico e il Nord America. La Cina segna un balzo del 94,1%, un ritmo che testimonia l’interesse crescente verso prodotti premium e di provenienza certificata. Il Giappone mostra un progresso del 28,9%, mentre il Canada registra un +9,8%, rafforzando ulteriormente la sua posizione tra i mercati più solidi per il settore.
Anche gli aceti italiani trovano nuove opportunità internazionali. La Corea del Sud emerge con un incremento del 33,9%, seguita dalla Cina con un +29,9% e dal Canada che cresce del 20,1%. Tre mercati che confermano una domanda dinamica e orientata verso prodotti di qualità e ad alto contenuto identitario
Nel complesso, pur in un contesto caratterizzato da oscillazioni e aggiustamenti, l’export italiano della filiera Federvini mostra una vitalità diffusa. I dati suggeriscono un comparto resiliente, capace di riorientare le proprie strategie e di sfruttare appieno le nuove direttrici di crescita che si aprono a livello globale.
Photo credit: Freepik
Fonte: Osservatorio Federvini



