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La Commissione BECA del Parlamento europeo ha approvato la Relazione sul Piano europeo di lotta al cancro che dovrà essere votata dall’Assemblea nelle prossime settimane.

Federvini, giudicando positivamente l’impegno delle istituzioni Ue sulla lotta contro il cancro, unitamente alla predisposizione di un piano d’azione europeo al riguardo, ribadisce l'importanza che in tale ambito tutte le politiche siano basate su evidenze scientifiche evitando scorciatoie e semplificazioni ideologiche di stampo proibizionistico.

Federvini ritiene grave l'affermazione, contenuta nella relazione votata oggi dalla Commissione BECA, secondo cui “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol", in quanto i dati scientifici a sostegno di tale affermazione sono isolati, deboli e contestati anche da molti esponenti della stessa comunità scientifica. In particolare, l'affermazione secondo cui "non esiste un livello sicuro di consumo di alcol” si basa su un singolo studio - Global Burden of Diseases (GBD) - pubblicato da The Lancet nel 2018, che è stato criticato dalla comunità scientifica per alcuni difetti di analisi.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo documento strategico di lotta all’alcol, riconsiderando le proprie posizioni iniziali, ha fatto una chiara distinzione tra consumo moderato e consumo dannoso di bevande alcoliche.

“Introducendo un riferimento all’assenza di un livello sicuro di consumo di bevande alcoliche – spiega Vittorio Cino, Direttore Generale di Federvini – la Commissione del Parlamento europeo ha addirittura fatto un passo indietro rispetto all’European beating cancer plan della Commissione europea che invece prevedeva una chiara differenza tra consumo moderato ed abuso. Oggi invece il voto rischia di legittimare una posizione tesa a demonizzare quasi tre millenni di storia, cultura e tradizione della civiltà del bere italiana.  Cultura che per noi vuol dire convivialità, socialità, nell’ambito della Dieta mediterranea”.

Il documento approvato dal Parlamento Europeo prevede raccomandazioni che vanno dall’introduzione di health warnings in etichetta, all’innalzamento generalizzato di accise e tasse sui prodotti alcolici, a limiti da porre alla promozione e alla pubblicità, in particolare con riferimento alle manifestazioni sportive.

Si va concretizzando il rischio, già paventato da Federvini insieme alle sue associazioni di riferimento europee - Comité Vins e spiritsEUROPE - che posizioni ideologiche radicali si traducano in decisioni che, lungi dal contrastare efficacemente l’abuso, colpiscono una fondamentale filiera produttiva agroalimentare italiana, oltre che la stragrande maggioranza dei consumatori che si rapportano in maniera corretta e responsabile al mondo dei vini, degli aperitivi, degli amari, dei liquori e dei distillati.

“Ci appelliamo alle forze politiche italiane presenti nel Parlamento Europeo – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini – affinché possano essere superati almeno gli aspetti più radicali di questo documento in occasione del passaggio in Assemblea plenaria, prevista nelle prime settimane del nuovo anno. Questo è solo l’ultimo di una serie di tentativi che provano ad introdurre misure penalizzanti e discriminatorie nei confronti dei nostri prodotti: ecco perché invitiamo il Governo ad aprire un tavolo di confronto permanente tra Ministero dell’Agricoltura, Ministero della Salute e Ministero degli Esteri per definire al meglio una posizione italiana di equilibrio e moderazione, in vista dei prossimi appuntamenti internazionali.  Dal Nutriscoreallo zucchero, dalle carni rosse ai formaggi ai prodotti alcolici, molte categorie di prodotti ed un intero modello di consumo e stile di vita italiano, è messo sotto attacco. Chiediamo inoltre che il Governo tutto, al di là dei Ministeri competenti, a partire dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, inserisca questo dossier tra quelli prioritari nell’agenda istituzionale dei prossimi mesi”.

 

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