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La Ue dovrebbe sapere "a inizio luglio" dal Wto l'ammontare dei dazi che potrà poi applicare ai prodotti Usa per gli aiuti illegali dati da Washington alla Boeing. Lo ha detto il commissario al commercio Ue Phil Hogan. Le posizioni sulla disputa Airbus-Boeing, che ha già portato a dazi Usa contro l'Europa in diversi settori, "restano distanti" e gli Usa "si sono ritirati dai colloqui", ha spiegato Hogan. "Se la situazione non cambia - ha aggiunto - non avremo altra scelta che imporre le nostre sanzioni". 

L'eventuale imposizione di sanzioni agli Usa "non dovrebbe essere vista come un'escalation" della battaglia commerciale ma come "una mossa essenziale per riportare gli Stati Uniti al tavolo dei negoziati", ha spiegato Hogan. "La Commissione calibrerà attentamente la sua risposta selezionando prodotti" da colpire "che ci consentano di esercitare pressioni sugli Stati Uniti senza causare problemi alla nostra economia". Passando in rassegna lo stato delle relazioni commerciali tra Ue e Usa, come secondo Hogan hanno esplicitamente richiesto Italia e Francia, il commissario ha ricordato che Bruxelles è sempre al lavoro su un "pacchetto di facilitazioni" destinato a rendere più fluidi gli scambi tra le due sponde dell'Atlantico per prodotti industriali, sanitari e fitosanitari. Ma anche che "gli Usa sono in fase pre-elettorale e l'attenzione è concentrata su sfide come quella del Covid-19". 

Non va dimenticato comunque che a metà agosto si apre una nuova finestra del c.d. “carosello”, procedura con cui l’amministrazione USA può decidere se mantenere i dazi sugli stessi prodotti individuati sin da ottobre 2019, se innalzare la percentuale loro applicata, o addirittura se estenderla anche ai vini. Alla luce di questi elementi così preoccupanti, Federvini è tornata a richiamare l’attenzione sul dossier per evitare che si possa acuire una situazione già complessa e mettere ancora più a rischio  il settore degli aperitivi e dei liquori italiani, in funzione di interessi di altri comparti.

Il commissario ha poi annunciato che il 16 giugno lancerà una consultazione per la revisione della politica commerciale comune dell'Ue al fine di preparare un documento sui nuovi obiettivi strategici "entro la fine dell'anno". "L'ascesa della Cina, il ritiro degli Stati Uniti, la crescita esponenziale dell'economia digitale, la crisi climatica, la nostra rete di accordi di libero scambio, la Brexit" sono per Hogan "tutti fattori che richiedono uno sguardo nuovo sul "perché" e sul "come" della nostra politica commerciale. Abbiamo visto tutti i titoli dei giornali sulla "morte della globalizzazione. Noi, nell'Unione europea, non possiamo e non dovremmo rifuggire da questo dibattito".

La crisi degli scambi commerciali internazionali causata dal Covid-19 potrebbe tradursi in un calo delle esportazioni Ue nel 2020 compreso tra il 9 e il 15%, con una diminuzione in valore fino a un massimo di 470 miliardi di euro, ha detto il commissario al commercio Ue Phil Hogan parlando ai ministri Ue in teleconferenza. "Secondo le stime aggiornate della Commissione - ha spiegato Hogan - la crisi potrebbe comportare una diminuzione del commercio mondiale per il 2020 di circa il 10-16%. Per l'Ue a 27, il calo stimato delle esportazioni potrebbe essere compreso tra il 9 e il 15% (282-470 miliardi), mentre le importazioni potrebbero diminuire tra l'11 e il 14% (313-398 miliardi di euro)".

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