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Leonardo Manera: sono un riciclatore seriale di vini

di Vittoria Alerici

“Fare un pezzo sul vino? In effetti non ci ho mai pensato”. Leonardo Manera, comico di vaglia  della scuderia di Zelig e oggi anche co-conduttore di una delle più ascoltate trasmissioni di Radio24, ammette di non aver mai pensato al vino come un possibile tema dei suoi schetches. “Anche se lo apprezzo parecchio - dice - è l’unico tipo di alcolico che bevo”.

In misura moderata, si affretta ad aggiungere. Il primo assaggio è stato a 12 anni durante una festa di Capodanno. “Da allora ho avuto una sola sbronza, a 17 anni - racconta - il letto ha cominciato a girare ed è una sensazione che non ho mai più voluto provare!”.

Per Manera il vino è “un’occasione conviviale, migliora lo stare insieme”. “Non sono un grande sperimentatore - spiega - di solito chiedo etichette che già conosco, soprattutto se sono un po’ giù di morale. Del resto la scelta del vino rispecchia la personalità: dimmi che vino bevi e ti dirò chi sei!”. Le sue scelte sicure? “Pochi vitigni molto conosciuti, non sono certo un esperto: Falanghina, Greco di Tufo, Dolcetto, Valpolicella e Lugana, il vino delle mie parti”. In passato beveva solo rosso, oggi bianchi fermi, bollicine quasi mai.

Un buon bicchiere può essere un’arma di seduzione? “Non credo - riflette il comico - al massimo può aumentare la complicità, migliorare l’atmosfera. Sempre che tu non esca a cena con un’astemia!”.

“Mi incuriosiscono i vini cosiddetti naturali, magari biodinamici, di cui sento parlare tanto ultimamente. Ma il loro sapore mi sembra strano. Io sono abituato ai cibi industriali, sono un pessimo cuoco, mi trovo a disagio quando mangio cibi fatti in casa, sapori autentici, forse per questo fatico ad apprezzare questi vini…”.

“E sono pessimo anche quando, invitato ad una cena, decido di  portare una bottiglia: in realtà di solito porto qualcosa che mi hanno regalato, sono un riciclatore seriale di vini”.