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Dazi su whiskey, distillati e vino: iniziative di dialogo tra Regno Unito e Stati Uniti
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In occasione della visita a Washington, D.C. della scorsa settimana, il Segretario di Stato britannico per le Imprese e il Commercio Peter Kyle, recatosi negli Stati Uniti per discutere dell’accordo commerciale raggiunto lo scorso maggio, avrebbe sollevato con il Segretario al Commercio degli Stati Uniti e con il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti la questione dei dazi applicati al whiskey.
Il 10 dicembre 2025, la Toasts Not Tariffs Coalition ha inoltre consegnato al Presidente Trump una petizione sottoscritta da oltre 21.000 sostenitori del settore dell’ospitalità, con la quale si chiede un intervento immediato per la rimozione dei dazi sul commercio di bevande spiritose e vino tra l’Unione europea, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Nel testo si avverte che «qualora il dazio del 15% sui distillati e sui vini dell’Unione europea e quello del 10% sui distillati del Regno Unito dovessero continuare a essere applicati, le conseguenze sarebbero gravi». La petizione evidenzia inoltre come i distillati e i vini siano «prodotti unici, spesso legati a specifiche aree geografiche», la cui produzione «non può essere semplicemente delocalizzata al fine di aggirare i dazi».
L’iniziativa fa seguito a una precedente raccolta firme promossa nel giugno 2025 dalla Toasts Not Tariffs Coalition e dal Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS), attraverso la quale oltre 19.000 sostenitori avevano manifestato all’amministrazione Trump le proprie preoccupazioni in merito all’impatto dei dazi.
Fonte: The New York Times
Photo Credit: Freepik
