L'arte del bere
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01 Dicembre 2025
L’Arabia Saudita starebbe per aprire altri due negozi per la vendita di alcolici
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di Vittoria Alerici
| in Arte del bere
Secondo diverse fonti rimaste anonime e sentite da vari media, tra cui Bloomberg e Reuters, nel 2026 in Arabia Saudita apriranno due negozi per la vendita di alcolici, portando così a tre il numero di negozi autorizzati in tutto il paese. Nella cultura islamica il consumo di alcol è considerato un atto proibito e in Arabia Saudita, che è un paese musulmano sunnita, è vietato dal 1952. L’apertura di questi negozi rientra tra le molte iniziative con cui il principe ereditario Mohammed bin Salman, che di fatto governa il paese al posto del padre 89enne Salman bin Abdulaziz al Saud, sta cercando di attirare turisti, investimenti e lavoratori specializzati.
Un negozio sarà aperto a Gedda, una città nella parte ovest del paese, e ci potranno fare acquisti solamente le persone non musulmane con incarichi diplomatici. L’altro negozio sarà a Dhahran, nell’est, all’interno di un edificio di Aramco, la società petrolifera di proprietà statale. Sarà rivolto ai dipendenti non musulmani dell’azienda.
Il governo saudita non ha annunciato ufficialmente l’apertura dei negozi e non ha risposto alle richieste di commento da parte dei media.
Da qualche giorno l’Arabia Saudita ha anche esteso la vendita di alcolici nell’unico negozio che al momento può venderli, che si trova nella capitale Riyad. Potranno acquistare alcolici non solo i diplomatici stranieri provenienti da paesi di religione non islamica, come permesso fin dall’apertura del negozio nel 2024, ma anche le persone non musulmane che risiedono nel paese grazie al “Premium Residency”, uno speciale permesso di soggiorno introdotto per attirare lavoratori qualificati e investitori.
Anche questa notizia non è stata data in modo ufficiale dal governo saudita, ma è stata resa nota da un articolo del sito di informazione statunitense Semafor basato sulle testimonianze di più persone informate dei fatti ma rimaste anonime.
Fonte: Il Post
