Mentre in Europa si spinge verso una penalizzazione del consumo di alcolici (la Ue sta valutando azioni in seguito ai risultati della Commissione Beca, la Commissione Speciale del Parlamento Europeo per Battere il Cancro) in Asia si va in direzione opposta. Almeno in Giappone. Il governo nipponico ha lanciato una gara per la realizzazione della campagna «Sake Viva» per indurre i giovani tra i 20 e i 39 anni a bere più alcolici. L'obiettivo - non dichiarato - è quello di aumentare le entrate dello Stato derivanti dal consumo. Dalle imposte sugli alcolici derivava il 3% delle entrate nel 2011, scese a meno del 2% nel 2020, anno della pandemia.
Il governo, tuttavia, invita a un consumo moderato. I partecipanti hanno tempo fino al 9 settembre per presentare progetti. Premiazione a novembre con un finanziamento dell'agenzia delle Entrate. Crisi sanitaria e calo demografico sono le cause del calo del consumo di alcolici nell'Arcipelago: per la Banca mondiale il 29% dei giapponesi ha più di 65 anni, il tasso di natalità è molto basso e si prevede che la popolazione potrebbe ridursi del 30%, scendendo a 90 milioni contro i 130 di oggi. In questo contesto il consumo di alcolici, in volume, è diminuito del 20%.
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