I produttori giapponesi di alcolici hanno introdotto regole più severe per la definizione di whisky giapponese. L'iniziativa segue le critiche sulla eccessiva flessibilità delle regole attuali che, ad esempio, consentono di distillare al di fuori del Giappone.
La domanda di whisky giapponese è esplosa negli ultimi dieci anni. Solo negli Stati Uniti, secondo il Distilled Spirits Council dal 2015 al 2020, le importazioni di whisky dal Giappone sono più che triplicate, passando da 18,4 a 67,4 milioni di dollari, con un tasso di crescita medio annuo del 30%.
Questa impennata delle vendite ha portato, anche, ad una serie di contraffazioni, “con distillerie che importano whisky scozzese sfuso e poi lo imbottigliano e lo vendono come 'whisky giapponese' a consumatori ignari, sostiene Christopher Pellegrini, cofondatore di Honkaku Spirits.
A partire dal 1 ° aprile 2021quindi la Japan Spirits & Liqueurs Makers Association implementerà nuovi standard di etichettatura per i membri dell'associazione.
"Definendo chiaramente cosa sia il 'whisky giapponese' e rendendo tali informazioni disponibili al pubblico in Giappone e all'estero, miriamo a chiarire la situazione confusa per i consumatori", ha affermato l'organizzazione in una dichiarazione del 16 febbraio.
Per etichettare un prodotto come whisky giapponese, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
• L'acqua usata per produrre il whisky deve essere originata in Giappone.
• La fermentazione e la distillazione devono avvenire presso una distilleria giapponese.
• Il whisky deve invecchiare in botti di legno conservate in Giappone per almeno tre anni.
• L'imbottigliamento deve avvenire solo in Giappone, con una gradazione minima del 40% vol.
• È possibile utilizzare una semplice colorazione al caramello.
• I whisky che non soddisfano i requisiti di cui sopra non possono utilizzare i nomi di località geografiche giapponesi, la bandiera giapponese o i nomi di persone che evocano il paese nelle loro etichette.
Il whisky di riso è stato un punto di contesa particolare. Numerosi operatori hanno suggerito che il whisky di riso venisse classificato come shochu.
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