Torna in auge la degustazione "geosensoriale". Un metodo nato in Francia per valorizzare il terroir che verrà spiegato dal suo riabilitatore, Jacques Rigaux, docente dell’Université de Bourgogne e autore del libro Il Vino Capovolto (Porthos edizioni) nel corso del Master “Vini Naturali e non Convenzionali” organizzato da Onav a Modena l’11 e 12 giugno.
La degustazione geosensoriale veniva utilizzata dai gourmet già nel XII secolo e fino alla Rivoluzione Francese ma fu poi progressivamente abbandonata: tale tecnica si basava sulla corrispondenza di un vino con il suo territorio e la degustazione si basa più sul palato che sul naso per risalire al luogo di provenienza del vino, che determina un gusto particolare. La consistenza che ci si aspetta, la vivacità, la viscosità si riconoscono in base allo stimolo alla salivazione che determinano. Obiettivo è quindi rivalutare “il gusto del luogo”.
Un approccio affascinante, che sarà spiegato durante le lezioni. «I vini naturali rappresentano un’anarchia intesa nella migliore accezione, che sta a significare, secondo la definizione di Pierre Joseph Proudhon, il rispetto dell’individualità delle scelte e delle decisioni del produttore. Sono una realtà importante che non può essere ignorata dal mondo della degustazione». Afferma il direttore Onav Francesco Iacono.
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